BE 45 – L’altra fisica (26.2.2008)

Ho perso un paio d’ore per cercare di rintracciare un libro ottocentesco, forse del Thompson o di Jenkin, che esordiva dichiarando che esistono due fisiche, che procedono ignorandosi a vicenda e spesso in apertissima contraddizione: quella diciamo teorica, della scienza paludata e quella diciamo tecnica, della scienza applicata, dell’industria. Faceva anche un esempio, mi pare di ricordare, di una teoria dei due fluidi magnetici, probabilmente simile a quella dei due fluidi elettrici accennata nella News precedente, che aveva ritardato il progresso scientifico a causa del peso e dell’autorità di grossi nomi (forse Coulomb, Poisson, Laplace…).

Niente di nuovo sotto il sole, penseranno senz’altro molti lettori! Eppure io ho la certezza, e anche la presunzione, sì, che costoro non hanno capito a fondo la dicotomia di cui parlo, che potrebbe essere scambiata per un luogo comune. No, io ho maturato questa consapevolezza sulla mia pelle, soprattutto durante le ricerche di telegrafia (vedi Morse News) che ho avuto agio di condurre, per una decina d’anni (dal 1996 al 2006) in una biblioteca, quella del Ministero delle Comunicazioni (vedi foto), ricca, ricchissima di libri della seconda categoria. Ci sono per esempio dei trattati tecnici tedeschi, americani e anche francesi che le università se li sognano!

I testi di Beccaria, tornando a noi, appartengono a questa categoria, e chissà che questo solo non spieghi il perché sono stati banditi dalle aule universitarie e dalle accademie! Ma Beccaria, anche se è il caso a mio giudizio più eclatante, non è il solo, molti altri scolopi che si sono occupati di cose tecniche, pratiche gli fanno buona compagnia con la loro emarginazione. Mi viene in mente il caso di Barsanti, scolopio inventore del motore a scoppio, o di Mariotte, di cui ho letto in un ottimo e poco conosciuto libro, Scienza e Fede, a cura di Gentili e Tagliaferri, Novara 1989, segnalatomi da Giorgio Dragoni.

All’amico Dragoni, però, sono debitore di ben altro. A tutt’oggi egli è l’unico ad avermi detto qualcosa su Beccaria vindicato: lo considera un ottimo lavoro che potrà servire a riportare all’attenzione degli studiosi Beccaria, un personaggio ingiustamente dimenticato, e si congratula sinceramente della scoperta dell’autore dell’Elogio anonimo. Dragoni poi, confessando di non avere il potere di farmi pubblicare una monografia (vedi BE 39), mi consiglia alcune strade alternative per “tentare” di riuscirci.

Circa il “mercato” editoriale italiano e le sue regole, scritte e non scritte, comincio finalmente a capirci qualche cosa (chi mi conosce sa che io sono piuttosto lento di comprendonio, ma quando capisco una cosa, la capisco bene…). Ma di questo parleremo in una prossima scheda.

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