BE
21 – L’arpa meteorologica di Gattoni (23.1.2008)
In una vecchia scheda (MO
105) ho accennato alle “arpe
eoliche” (fili suonati dal vento), al ronzio dei conduttori
nudi tesati sui pali telegrafici, alle sordine silenziatrici,
ecc. Su questi fenomeni, non solo fastidiosi, ma inquietanti, perché non se ne capisce bene
l’origine, rimando ora al ricco e documentatissimo sito
del tedesco Uli Wahl, che tra l’altro contiene alcuni scritti
originali (in italiano e con la relativa
traduzione tedesca) del canonico Giulio
Cesare Gattoni, noto agli storici della scienza come precursore di Volta a Como.
Tutti gli “elettrizzanti”, per così dire gli “elettro-amatori”, della seconda metà del Settecento, iniziavano i
loro esperimenti con un parafulmine, chiamato semplicemente “conduttore” o “spranga”, installato sul tetto della loro casa. Quello di Gattoni era sulla torre (vedi immagine) ancora esistente a Como (e trasformata, credo, in un attivo centro di
ricerca) ed era collegato al suo laboratorio, pieno di “diavolerie” elettriche.
Fu andando “a bottega” da Gattoni che
Volta imparò i primi rudimenti della nascente
“arte” elettrica, e mi pare di aver
anche letto di alcuni “giornali” o
diari degli esperimenti tentati dai due amici, ma non so se sono stati editi.
Quello che è certo è che i rapporti tra Gattoni
e Volta si raffreddarono molto quando quest’ultimo cominciò a divenire celebre, dopo
l’“invenzione” dell’elettroforo
perpetuo (vedi BE 18).
Gattoni
non si limitò a mettere campanelli (elettrostatici)
ai piedi dei suoi conduttori per avere lo “scampanio
elettrico”, ma
costruì un apparato “infinitamente più sensibile
degli altri fino allora conosciuti” per scoprire i cambiamenti
dell’atmosfera, ottenendo, a suo dire, pronostici più sicuri di quelli dei
barcaioli del lago. Attaccò a dei grossi telai di ferro alcuni fili, di diverso
diametro e diversa tesatura, che suonavano spontaneamente, oppure a capriccio
di qualcuno che li pizzicasse come un’arpa o un
salterio.
L’apparecchio, che denominò “Armonica
meteorologica naturale”, non solo era atto a produrre le “sette
voci fondamentali della musica”,
ma era un funzionalissimo avvisatore di temporali e un
indicatore del grado di “flogisticamento” dell
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