BE
20 – La banderuola di Barletti (22.1.2008)
All’università di Pavia,
alla fine del
Barletti era uno sperimentatore
indefesso che a forza di lavorare con le macchine elettriche, le quali
esalavano forti odori di fosforo o di zolfo (specie dalle “punte”, come vedremo avanti), ne ebbe tanto logora la
salute che dovette abbandonare la sua cattedra (gli subentrò Volta).
Nelle idee di Barletti
c’è un gran disordine: prima fu frankliniano convinto, accettò la teoria del “fluido unico” e dedicò la sua opera
principale a Beccaria (da lui soprannominato “Attila della scienza”);
poi passò al Symmer (e al Volta) parteggiando, come spiegò
nei suoi “Dubbj”, per la teoria
rivale dei “due fluidi”, appoggiata a
deboli fatti sperimentali come gli squarci a labbra rovesciate causati da un
fulmine sulla banderuola di una chiesa di Cremona (vedi immagine).
Avendo scoperto che l’elettricità resinosa (vedi BE 18) è ben 10 volte più attiva di quella vitrea macerò la
sua salute a chiedersi come era possibile, ad esempio, che Franklin la definisse negativa o “in difetto”.
Anche se non sono più “di
moda”, si tratta, si badi, di problemi ancora aperti.
Vai a BECCARIA
NEWS