BE 2 – L’inconscio di un fisico (2.1.2008)

 

Nel maggio dello scorso anno, quando le mie ricerche mi portarono all’elettroforo di Volta (se ne veda lo scarno resoconto in MA 19 – Il magnetismo “annullato”) iniziai a svegliarmi da una specie di sogno che aveva pervaso tutta la mia carriera di fisico ed “elettricista”. Come dirò in altre schede, cominciai piano piano a “disamorarmi” di Volta (e adinnamorarmi” di Beccaria), sradicando dal mio inconscio secolari pregiudizi scientifici, illuminato non dall’alto, si badi, ma dalla semplice lettura e dalla scoperta dei testi “originali” di Volta e dei suoi critici più autorevoli, testi che mi apparvero “originali” in tutti i sensi. Ad esempio, per limitarmi al citato elettroforo, scoprii che questo spettacolare strumento era stato inventato molti anni prima e che Volta si limitò ad etichettarlo come “perpetuo”, definizione ottima per le pubbliche relazioni, ma pessima sul piano strettamente scientifico.

Nella mia psiche poi, oltre all’immagine netta, ma sbagliata, di Volta vi era un’immagine vaga, forse per distorte reminiscenze scolastiche, di un Beccariaparente” del grande comasco. In particolare ricordo un soggiorno a Como, nell’estate del 1982, quando visitai i luoghi manzoniani (il lago, Brusuglio, il tabernacolo dei bravi, il convento di Pescarenico, ecc.), soprattutto per desiderio di mia moglie (insegnante di lettere), nonché, da semplice turista, senza i miei attuali interessi storico-scientifici, il celebre “Tempio” con i cimeli voltiani (almeno quelli superstiti dall’incendio dell’Esposizione per il centenario della pila, nel 1899).  In quell’occasione, a forza di sentir parlare di Manzoni, di Verri, di Enrichetta Blondel e soprattutto di Giulia Beccaria (madre del Manzoni e figlia del famoso Cesare Beccaria, vedi ritratto), si sarà rafforzata la mia associazione inconscia Volta-Beccaria.

Oggi, con le idee più chiare, so che era Manzoni, l’altro grande comasco, ad essere parente di “Beccaria”, mentre Volta ha avuto sì a che fare con un “Beccaria”, ma col Giambattista delle Scuole Pie, non con Cesare!

Ho voluto dedicare una scheda a questo qui pro quo apparentemente banale perché è probabile, come vedremo in una prossima News relativa alla piazza Statuto di Torino, che qualche altro vi sia incorso o vi possa incorrere. Desidero anche ribadire un’altra, meno apparente, ovvietà: le mie ricostruzioni storico-scientifiche, se danno a Cesare quel che è di Cesare o a Giambattista quello che è di Giambattista, non tolgono ad Alessandro quello che è di Alessandro.

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