DA
8 – L’alluvione inversa (7.2.2013)
Per dare un’idea ancora più
immediata, e soprattutto orientativa, del fenomeno geologico che, nel medioevo,
ha stravolto le Terme romane di Imera (vedi
DA 5) e
il quartiere limitrofo (chiamato prima Scilba e poi Rucchiceddi) ho preparato le seguenti sei
mappe (ingrandire opportunamente il PDF
dopo averle scaricate):
Forse influenzato dalla vecchia
teoria (1810) di Carmine Antonio Lippi di Pompei ed Ercolano “alluvionate” (e non sepolte
da lava) ho immaginato il ciclopico interrimento o insabbiamento del porto
di Termini Imerese dovuto ad una sorta di “alluvione”
diversa o meglio “inversa” rispetto a
quelle usuali, e per due motivi. Primo, perché il fango che ha sepolto una buona
parte della città bassa più che “acqua”
si può considerare “terra”; secondo,
perché questa alluvione è per così dire “antigravitazionale”,
cioè invece di cadere dall’alto in basso, sale dal basso in alto, a causa di
forze espulsive od eruttive di tipo o natura vulcanica (qualcosa di simile accade con i fulmini, che possono essere scagliati
non solo dal cielo alla terra, ma anche dalla terra al cielo).
Non essendo un geologo non mi
azzardo a fare congetture più specifiche, e spero anzi che gli addetti ai
lavori vogliano perdonare la mia terminologia non tecnica e sappiano dare il
giusto peso a queste mie parole.
Il collage che correda questa
scheda forse riesce a dare un’immagine “statica”
del fenomeno in oggetto, mentre mi lusingo di credere che le citate sei mappe
allegate possano darne un’idea per così dire “dinamica”.