PO 8 – Il Sogno
Idrometrico (29.10.2010)
Dopo aver tenuto fermo “in aria” per qualche minuto un secchio
pieno d’acqua il mio braccio si era “stancato”
di equilibrare quella forza-peso di circa 10
kg. Per rilassare i miei muscoli avevo due possibilità: posare il secchio
sul muretto, e andare ad occuparmi di cose più facete, oppure poggiare (ossia “far nuotare”) quell’acqua in
altra acqua (foto a sinistra) e
continuare a speculare su paradossi idrostatici e “sogni idrometrici”.
Chi avesse avuto la ventura di
leggere il magistrale e benemerito lavoro del Maffioli (vedi PO 1) sul Caverni (Annali IMSS 1985, anche in rete) capirà che il riferimento è al “Sogno idrometrico” del Viviani (altro celebre membro della “squadra” galileiana), per il grosso
pubblico basterà citare qualche nome – Stevino, Pascal, Venturi
– o, al massimo, gli irrisolti problemi connessi all’inclinazione e al
livellamento (libramentum)
delle fistole di Frontino.
Dopo aver toccato, o meglio “sentito” con mano che l’acqua
nell’acqua non pesa, contravvenendo a qualche superstite o “imperante” (vedi News
precedente) principio di autorità scientifica, sto cercando di
concretizzare i “sogni” idraulici (idrostatici e idrodinamici) nell’unico
modo scientificamente corretto, con esperimenti (foto a destra) per misurare il “peso”
(ossia, si badi, il cosiddetto o presunto
“battente”) dell’acqua in regime turbolento (foto al centro, vena di sinistra) o in regime “sifonale” (vedi PO 9), se mi
si passa il termine (foto al centro, vena
di destra).