Questo Atomo AG
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come il suo “gemello”
AG 11, Scritti
di Meccanica grafica, raccoglie e “fisicizza”,
togliendoli dalla immaterialità del web –
assimilabile, per certi versi, alla lucidiana indocumentabilità
dell’espressione linguistica – una trentina dei circa 200 contributi che
negli ultimi tre anni ho dedicato alla “telegrafia della lingua” o “telelinguistica”. Rimando all’introduzione di quel lavoro per le considerazioni
sulla proficua lettura, sulle note, sugli indici e sulle abbreviazioni usate
nei testi di questa collana.
Si tratta di una selezione antologica, ma sufficiente
spero per gettare le basi di questa nuova disciplina e invogliare alla ricerca
non solo storica, si badi, ma soprattutto scientifica in quel laboratorio di
psicologia e linguistica sperimentale che è il Morse.
La lingua
telegrafica, da non confondersi con la più generale telegrafia della lingua, e cioè il Morse – o “telegrafese”, per capirci – è una lingua ibrida, scritta e
fonetica ad un tempo. Poiché il morsista, di norma, è un ripetitore fedele del
pensiero altrui le parole telegrafate non sono intenzionali ma, per così dire, “citazionali”, anche perché, sotto dettatura o copiatura non si bada
al significato, come magistralmente ci insegna l’amanuense di Fried (vedi LU 8).
Queste osservazioni, sommate a quanto discusso
soprattutto in Telegrafia e Lingua (AG 14), e in particolare alla scoperta delle
differenze fisiofisiche tra punto e linea Morse, evidenziate anche dall’articolatore
Morse (AG
15 e LU
30), possono portare a risultati di estremo interesse, circa, ad
esempio, l’inesistenza nella “lingua”
Morse dell’effetto Lucidi o,
addirittura, l’impossibilità “fisiologica”
alla menzogna da parte della mano del telegrafista.
Un altro approccio potrebbe essere la musicalità
del Morse: si pensi che nei frequenti tornei telegrafici d’oltre oceano si
applaudiva soltanto il “virtuosismo
calligrafico” dell’operatore e la musica del suo sounder che riusciva a “cullare” (donde l’idea di dondolamento,
nenia, pendolarità, armonia del Morse) l’uditorio, a prescindere, si badi,
dai contenuti dei messaggi trasmessi.