RE 34 – Una fabbrica del Duomo? (14.1.2012)

Descrizione: C:\Users\Andrea\Desktop\La Barbera 2.png    Descrizione: C:\Users\Andrea\Desktop\Eden.jpg

Nella Sala Consiliare di Termini Imerese c’è un affresco (vedi PO 23) in cui si intravede, sotto la cattedrale della città, un grande edificio da un angolo del quale sembra fuoriesca un ruscello d’acqua (vedi dettaglio a sinistra).

Si potrebbe – il condizionale anche, anzi soprattutto in questo caso è d’obbligo – ipotizzare una situazione duale rispetto al canale del polverificio militare dall’altro versante del promontorio (vedi RE 18), e cioè che la struttura in questione possa essere una fabbrica o cantiere per i fabbisogni edilizi – civili e soprattutto religiosi – della città.

Entrambi questi opifici sarebbero stati alimentati dall’acqua di Brucato portata a Termini dal celebre – soprattutto dopo la pubblicazione, nel 1986, della dotta ricerca di Oscar Belvedere – acquedotto romano Cornelio. In particolare l’acqua, dal castello primario (forse nella villa Palmeri – vedi AG 28 e AG 29) e dalla fontana monumentale antistante la Cattedrale o Matrice (vedi CA 25), veniva distribuita alle due enormi “conserve” (ancora da esplorare – vedi RE 31) rispettivamente dei versanti nord e sud della Rocca.

Queste due cisterne a loro volta avrebbero funzionato come “vasche di carico” delle centrali “idromeccaniche” dei due opifici – la fabbrica d’armi e la fabbrica del Duomo – mentre i due canali declivi, oltre alla funzione dinamica primaria (muovere o animare le macchine), avrebbero svolto anche la funzione di “troppopieno”. Lo scarico, in particolare, della cisterna dietro l’abside della Matrice, in base al dipinto di La Barbera, si potrebbe localizzare, più o meno, sotto il cinema Eden (foto a destra), il “vecchio cinema Paradiso” di Termini.

Queste ricostruzioni possono apparire fantastiche perché poggiano solo su miseri ruderi o esili disegni, ma ho fiducia che altri più competenti del sottoscritto (in particolare l’amico Antonio Contino, conoscitore come pochi di polverosi faldoni d’archivio), e soprattutto gli esiti delle ispezioni delle cisterne, possano corroborarle.

 

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