ME 33 – Gli “archetti” di Oersted (28.2.2007)

Anche per Oersted (1777 – 1851) è relativamente facile trovare notizie biografiche su internet, ma in genere si tratta di “rifritture”. I lavori più seri, almeno quelli che io ho reperito nel breve tempo che ho potuto dedicare al fisico (o filosofo: all’epoca non c’era alcuna differenza) danese, sono F. Moiso, H. C. Oersted filosofo della natura e la scoperta dell’elettromagnetismo (AA. VV., Romanticismo, esistenzialismo, ontologia della libertà, Biblioteca di Filosofia diretta da L. Pareyson, Milano 1979) e B. Dibner, Oersted and the Discovery of Electromagnetism, New York 1962.

Tra gli articoli originali di Oersted (pubblicati, nella redazione francese, nel Journal de Physique, fortunatamente disponibile nella biblioteca dell’istituto di Fisica de La Sapienza di Roma) ce n’è uno, pochissimo noto, sulla “Propagazione dell’elettricità”, che lessi il 17.10.2006, e che mi colpì sia per la precocissima (1806) ipotesi ondulatoria, sia per l’immagine qui riportata (in alto a sinistra).

Si tratta di una “figura di Chladni”, corrispondente a quella cerchiata di bianco nella tavola a destra, nonché, come mi ha confermato Paolo Brenni, alla piastra che Oersted ostenta in mano nel ritratto della ME 2 (opera di C. A. Jensen del 1842, ma su cui non so nient’altro). Chladni (1756-1827) metteva della sabbia su una piastra di materiale elastico e poi la faceva vibrare sfregandovi sui bordi un archetto di violino in modo da far disporre la sabbia lungo linee nodali e simili. Oersted invece della sabbia adoperava la quasi impalpabile polvere di licopodio.

Secondo Brenni le due “bacchette” del quadro (vedi dettaglio) sono proprio due archetti di violino. È possibilissimo (non ci avevo pensato), come è pure possibile, presumo, che siano conduttori bimetallici per gli studi di termoelettricità che tanto impegnarono Oersted, e sui quali il ritratto di Jensen sembrerebbe tacere. Non dovrebbe essere difficile, con internet, e in condizioni normali di collaborazione scientifica (vedi News precedente), avere questo tipo di informazioni, spicciole ma essenziali.

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