MA 13 – La “camicia” di Dell’Oro (10.5.2007)

Ernesto D’Amico, il noto e benemerito Direttore Generale dei Telegrafi, nel Bullettino Ufficiale dell’Amministrazione (marzo 1867, p. 107-115) riferisce al Ministro dei Lavori Pubblici l’esito di un concorso a carattere tecnico fra gli impiegati telegrafici, promosso l’anno precedente dal Comm. Senatore Carlo Matteucci, consultore scientifico dei Telegrafi.

Tra gli altri, ebbe una menzione onorevole – e una gratifica di 100 lireGiovanni Dell’Oro, dell’ufficio di Domodossola, la cui memoria, anche se peccava nel linguaggio scientifico e si abbandonava ad ipotesi ardite, conteneva “esperienze ed osservazioni originali e importanti”.

Non ho rintracciato l’elaborato che meritò questo lusinghiero giudizio del Matteucci sul futuro direttore de Il Telegrafista (citatissimo nei miei scritti - vedi MA 1 e passim). In compenso ho trovato (Bullettino 1865, p. 149) un breve scritto che ritengo proficuo sottoporre integralmente ai lettori delle mie News:

 

Proposta dell’ufficiale telegrafico Dell’Oro per preservare i contatti di platino dei RELAIS dagli effetti della scintilla.

Noi abbiamo sempre più ragione di essere soddisfatti del pensiero avuto d’istituire un bollettino telegrafico, nel quale non solo si sarebbero inseriti gli atti ufficiali dell’Amministrazione e le notizie scientifiche, specialmente relative alle macchine telegrafiche, ma in cui avrebbero anche figurato gli studi e le proposte sopra questo soggetto dei nostri telegrafisti. Infatti abbiamo già avuto occasione nei fascicoli passati di lodare alcune di queste proposte, e anche ora abbiamo sotto gli occhi una memorietta scritta con molta modestia e con esattezza dall’ufficiale telegrafico di Domodossola, il sig. Giovanni Dell’Oro.

Il sig. Dell’Oro ha con ragione osservato che il contatto fra le estremità di platino del relais, per cui si chiude e si apre il circuito della pila locale, si altera spesso per la scintilla che scocca fra quelle estremità. Questo fatto, che si verifica sopra tutto quando la pila della linea [cioè non quella locale – N. d. C.] è forte, genera infatti quell’inconveniente che disturba il servizio, mette il relais fuori d’uso e costringe ad una riparazione.

Il sig. Dell’Oro ha quindi opportunamente ricordato un fatto ben noto nella scienza dell’induzione elettrica, che cioè, se si ha intorno alla spirale magnetizzante un’altra spirale, che perciò si chiama indotta, si vede la scintilla della spirale inducente all’aprire del circuito, che è quella dell’extra-corrente, diminuire assai o cessare affatto allorché le estremità della spirale indotta sono unite, cioè quando la corrente indotta si svolge e circola. È noto che questi effetti dipendono dalle reazioni delle correnti indotte sulle inducenti e dalle induzioni così dette di secondo e di terzo ordine, ecc.

Ha quindi ragione il sig. Dell’Oro di proporre, per ovviare a quell’inconveniente, che le elettrocalamite siano circondate da spirali indotte o da cilindri di lamine di rame [che poi saranno chiamate camicie – vedi disegno – N. d. C.], e la Direzione generale non mancherà di tentare questa modificazione di un esito molto probabile e di comunicare i risultati al sig. Dell’Oro, quando a lui non piaccia, come sarebbe stato meglio, di tentare da sé l’esperienza da esso immaginata, esperienza che d’altronde è di un’esecuzione molto facile e poco costosa.

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