61 – Preece era mancino?

              

 

 

Chi ha visitato l’enorme e già lodato sito di Mike Penney (vedi anche la home page) sarà forse rimasto colpito, come me, dalla “freschezza” di un “duetto” fonografico di un paio di minuti (Down in Monkeyville) vecchio di oltre un secolo ma riprodotto, o più esattamente “letto”, con un recentissimo fonografo meccanico (Trottophone) autocostruito dal poliedrico ingegnere di Bristol. Nello stesso sito c’è l’incisione di Sir W. H. Preece che parla, o forse meglio “detta” qualcosa “dentro” al fonografo di Edison (qui a destra; vedi anche Lucidi News 56).

Questa immagine presenta non poche incongruenze: è ben difficile far girare il cilindro, specie a velocità uniforme, mentre si parla; la manovella troppo lunga non è per niente agevole; nel fonografo originale essa è dall’altro lato (vedi Lucidi News 54); il cilindro è troppo grande; Preece lo gira con la sinistra; ecc.

Incuriosito, ho fatto ricerche sui testi ufficiali già citati (dove questa incisione grossolana manca) e ho chiesto lumi allo stesso Mike. Probabilmente l’incisione proviene dai giornali illustrati dell’epoca, tipo “Domenica del Corriere”, che davano enorme risonanza alla “meraviglia del secolo”, senza curarsi di clichè invertiti (vedi immagine a sinistra) o altre minuzie tecniche.

Queste “minuzie” però possono far luce – ancora e forse soprattutto oggi, caro Paoloni! – su aspetti fonetici e ingegneristici di tutto rispetto, che in questa sede mi limito ad accennare: il fonografo, il telefono di Bell e il telefono a ficelle raccoglievano vera e intera “energia” articolatoria, non semplice “segnale”; funzionavano esclusivamente a energia “polmonare”; raccoglievano, con tutta evidenza, e per forza di cose, parlato non spontaneo; trasmettevano egregiamente sospiri, respiri, fischi, sussurri, risate, grida, ecc.; il “sapore di metallo” di quella “musica in scatola” preservava dalle moderne e subdole “illusioni” dell’amplificazione elettroacustica e dell’alta fedeltà (vedi Lucidi News 13); ecc.

Dalla discussione con Mike sono emerse anche alcune ipotesi sull’incisione della Lucidi News 54: il disegnatore si è forse servito di una fotografia, fatta nel laboratorio di Edison, del fonografo originale, col volano e una mano che spinge (col pollice?) l’imboccatura durante l’incisione; per chiarezza ha poi sostituito il volano con una manovella; non essendo abile a disegnare una mano che fa ruotare la manovella ha lasciato la mano nella posizione originale; ha messo la mano come riferimento per le dimensioni; la prospettiva è leggermente sbagliata; la mano è disegnata un po’ grossolanamente; nella redazione dello Scientific American ci fu solo riproduzione, non incisione di fogli di stagnola; ecc.

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