23 – Leonard, il primo “sound-reader

         

 

Called home by the Grand "Chief Operator" To Work the "Eternal Circuit" Above

 

I telegrafisti americani quando muore un loro collega o amico dicono che egli è diventato un “silent key” (tasto silenzioso) o, come in questa epigrafe di Jimmie Leonard, che è stato chiamato dal “Gran Capo Telegrafista” a lavorare il “circuito eterno” dei cieli.

Jimmie, un padreterno del tasto, un “Mozart della telegrafia” (Leone), era un giovane telegrafista durante la Guerra Civile americana ed è noto come colui che ha scoperto la possibilità di leggere a udito i punti e le linee Morse, in base ai relativi rumori che facevano mentre venivano impressi sulla zona di carta. La sua storia si può trovare nel libro di J. H. Townsend, The first practical sound-reader of the Morse alphabet, Luisville 1908 (in rete), mentre le immagini della sua tomba sono tratte dal catalogo Perera.

Townsend sostiene che Leonard, forse un suo antenato, era un vero fenomeno, riceveva 55 wpm (parole al minuto) e trascriveva in ottima grafia, con penna e inchiostro. Una volta il celebre impresario Barnum lo vide all’opera e voleva scritturarlo per farlo esibire nel suo circo, ma Jimmie declinò l’allettante offerta. La “scoperta” della ricevibilità ad udito Jimmie l’avrebbe fatta dopo cinque anni di servizio da telegrafista.

Non essendo Townsend un tecnico, il suo libro encomiastico non è molto attendibile. Le compagnie dei telegrafi, sin dalla loro fondazione (1846) proibivano tassativamente ai loro impiegati di “copiare” a udito, quindi la “scoperta” della leggibilità acustica deve essere stata molto precedente a quella di Leonard. Lo stesso Prescott (citato, p. 341) testimonia di aver visto l’operaio O. E. Wood ricevere con un sounder improvvisato quando, nell’inverno 1846-47, fu mandato a riparare una linea telegrafica.

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