GA 54 – “Be it known that” (31.3.2006)

Più di qualcuno, immagino, non si capacita del “senso” delle mie News, troppo dispersive e forse banali. Eppure è semplice: far sapere alla gente alcune cose grazie alla prodigiosa “bacheca elettronica” del web. Potrei raffrontare le mie News a delle pubblicazioni di matrimonio o alle volontà testamentarie, ma il paragone più calzante, non foss’altro perché anch’io sono un inventore, è quello della documentazione brevettuale, in cui fa fede la data di deposito. Il patent americano inizia con la formula “Be it known that”, “Si rende noto che, si sappia che…”, un avviso per i distratti, un imperativo “etico” per i recalcitranti, un avvertimento o “caveat” per i furbi che un domani potrebbero far finta di non sapere. E in questi documenti quello che conta più di tutto è la classica “data del timbro postale”, che nelle e-mail è precisa al “minuto”.

Ciò premesso, con questa News voglio che si sappia cosa pensa Gaeta, oggi, dei due “nipotini” o “prodiscepoli” di Mario Lucidi, i chiarissimi professori Federico Albano Leoni e Paolo Di Giovine, che sono subentrati, rispettivamente, al De Mauro e al Belardi, i “figli” o allievi diretti di Lucidi.

 

1) L’altro Federico

Se Federico Di Trocchio, come sappiamo (vedi BU 72 e GA 40), banalizza le mie News (pur senza togliermi la sua stima!) e mi mena per il naso circa l’interessamento al Bitnick e al cronoscopio di Hipp (promesso da anni e da mesi, rispettivamente), Federico Albano Leoni, direttore del più attrezzato centro di fonetica sperimentale italiano – e quindi di diritto, e di dovere, il referente naturale delle scoperte di Lucidi e Gaeta (telelinguistica) –, nonché incaricato dal De Mauro, sin dal 1990, di esaminare la mia “Lingua bistabile” (vedi AG 13), mi prega senza mezzi termini, e soprattutto senza spiegazioni, di essere cancellato dalla mia mailing list. La mia replica (Gaeta-spam, vedi sopra) non ha avuto esiti di sorta (*).

 

2) L’altro giovane

Ma c’è un altro erede di Lucidi, secondo l’asse Pagliaro-Belardi, il cui comportamento nei confronti miei e soprattutto di Lucidi, è non solo inqualificabile, ma addirittura “anomalo”. Mi riferisco al prof. Di Giovine, che con tutta chiarezza – di questo devo dargliene atto! – mi ha detto che i miei lavori sull’iposema di Lucidi per lui non avranno alcun seguito, mentre da circa un anno, con pretesti ridicoli, procrastina o fa procrastinare la catalogazione di qualche mio opuscolo nella biblioteca di Glottologia (vedi LU 42).

Fino a qualche tempo fa ero ingenuamente convinto che sia Albano Leoni che Di Giovine mi evitassero per deferenza verso i loro maestri, De Mauro e Belardi, da me apparentemente “offesi” (vedi MO 70). Oggi, più scaltrito su costumi e malcostumi accademici, penso che il loro far quadrato può essere, al più, un alibi della loro “totale ignoranza” della dottrina di Lucidi. A riprova riferisco che nell’ultimo mio colloquio col De Mauro (vedi GA 48), ho avuto la soddisfazione – magra, magrissima! – del suo assenso a considerare addirittura una “bestemmia” il giudizio “eretico” del Bertinetto, un altro “giovane” linguista all’oscuro della luce di Lucidi, nei miei confronti (vedi MO 32).

 

(*) Pochi minuti fa, quando questo articolo era già composto, ho ricevuto una email del prof. Zamboni che mi riferiva l’esito della ricucitura con Albano Leoni: pare che questi, semplicemente, non sia interessato “alle cose proposte nei miei messaggi”. Un grazie al prof. Zamboni per la cortesia che mi ha usato.

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