GA 48 – L’anello mancante (24.3.2006)

Ho avuto nei giorni scorsi un lungo, disteso e soprattutto costruttivo colloquio con Tullio De Mauro. Il grande linguista, lungi dall’essere adombrato per le intemperanze di un inventore incompreso e ostinato, mi è stato prodigo di consigli, sia sulla gestione “internettiana” della mia immagine, sia soprattutto sul modo di presentare alla comunità scientifica i miei lavori, non solo quelli su Lucidi, ma anche quelli sul Morse, su Buccola e sul Bitnick (per quest’ultimo vedi la News successiva).

Dopo aver bonariamente criticato la disorganicità, la sinteticità e soprattutto la carenza bibliografica dei miei scritti mi ha suggerito di leggere il lavoro di G. Miller, Linguaggio e comunicazione, un buon anello di congiunzione tra l’approccio psicologico-sperimentale e quello teorico dei problemi linguistici. (Non ho remore – e purtroppo neanche attenuanti! – a confessare che non conoscevo questo testo chiave, tra l’altro abbastanza diffuso e tradotto in molte lingue). 

Non solo vi ho trovato chiarezza espositiva di temi ormai classici – ridondanza, tosatura dei segnali, indici di leggibilità, analisi statistiche, spettrogrammi, decibel, ecc. – ma anche imprescindibili riferimenti a Boring, Stevens, Titchener, Woodworth, Farnsworth, Sanford, Shannon, Skinner, Cattell, ecc., tutti “mostri sacri” della psicologia scientifica, che io ho incontrato e scrupolosamente studiato nel corso dei miei lunghi studi sul Buccola. E, dulcis in fundo, mi ha molto interessato il capitolo finale di questo libro del Miller, riguardante lo studio scientifico della diceria.

Su un punto rimango comunque in disaccordo col De Mauro e cioè sul fatto che quest’opera, risalente al 1946, è alquanto datata. Spiegherò il perché quando riuscirò a portargli il lavoro scientificamente “compiuto” che il grande linguista, d’autorità, mi ha “imposto”.

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