66 – La stufa di De Sanctis

Per gli psicologi il nome di Sante De Sanctis (1862 – 1935) non ha certo bisogno di presentazioni. Per i profani basterà dire che è stato, sulla scia di Buccola, Pizzoli, Colucci, Treves, ecc. – e Binet, Rossolimo, Sidis, ecc. per gli stranieri – uno dei pochi e veri psicologi sperimentalisti italiani. Indicazioni bibliografiche e notizie sui celebri test mentali o “reattivi De Sanctis” si possono trovare anche in rete.

Verso il 1907 De Sanctis fece costruire un apparecchio (vedi foto) per la misura della suggestibilità degli alunni di scuole popolari (F. Consoni, Su alcuni apparecchi del Laboratorio di Psicologia Sperimentale, in Contributi psicologici del Laboratorio di Psicologia Sperimentale della R. Università di Roma, Vol. 1, 1910-11).

L’apparecchio simulava una piccola stufa: un cubo di 20 cm di lato montato su un pesante zoccolo di ferro (per assicurarne la stabilità), il fumaiolo in alto, lo sportello posteriore di accensione, il tubo di caucciù per alimentare il becco a gas, ecc. Inoltre, sul lato anteriore, c’era un foro circolare chiuso da una laminetta concava che poteva essere introdotta all’interno spingendo con un dito una molla a spirale che poi la riportava indietro. Su una scala laterale si leggeva la profondità di penetrazione del dito (fino a 9 cm).

Lo sperimentatore, dopo aver fatto credere che la stufa era accesa e che lo scopo della ricerca era la misura della soglia di sensibilità termica, invitava i soggetti a introdurre lentamente e a velocità costante il dito indice nel foro fino a quando non avvertivano la minima sensazione iniziale di calore.

Nei casi di soggetti “suggestibili” la profondità veniva assunta come grado di suggestibilità. Con questo artificio si traduceva in una misura lineare quella che a rigore avrebbe dovuto essere una misura di tempo e si faceva così a meno dei costosi e complicati cronoscopi.

L’altissima percentuale di suggestibilità ottenuta in tre anni di sperimentazione con questo suggestimetro o pseudo-stufa, come era anche chiamata da G. Guidi, “fa concepire - dice Consoni - le migliori speranze circa il modo di rispondere dello strumento allo scopo per il quale è stato costruito”.

 

P. S. – Anche la “suggestione”’ e l’interazione psicologica del Bitnick vanno intese in senso scientifico.

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