19 – L’estesiometro di Pizzoli

               

 

Chissà a quante persone il recente disastro ferroviario di Crevalcore avrà fatto tornare in mente il nome e l’opera di Ugo Pizzoli! Certamente poche, perché della “Scuola di Crevalcore”, fondata alla fine dell’800 da questo “piccolo Buccola” (se m’è consentito dire), ci sono tracce solo nei vecchi trattati di psicologia (sperimentale) e in un paio di articoli in rete (vedi il principale, con la biografia di Pizzoli).

Oltre al Trattato di Pedagogia Scientifica (Milano, 1910, illustrato), della cui dimenticanza recentemente ebbe a lamentarsi con me il prof. Carlo Trombetta, altro serissimo studioso di problemi pedagogici, è degno di menzione, anzi di studio, il saggio “Le espressioni organiche dell’attenzione” (apparso ne I Diritti della Scuola, 1909-10), con cui Pizzoli nel 1908 ottenne la Libera Docenza in Psicologia sperimentale.

Considerato il carattere monotematico delle mie News mi limito a ricordare le ricerche sulla sensibilità tattile fatte con cronoscopio (in questo caso non di Hipp) ed estesiometro (disegno in alto, tratto da tale saggio). Queste ricerche, dopo Wundt e Buccola, erano classiche: lo sperimentatore toccava un punto della pelle del “soggetto” d’esperimento con il congegno C della figura; questo “contatto tattile” chiudeva anche un “contatto elettrico” che faceva partire l’orologio; il soggetto, in base alla sua “equazione personale”, reagiva dopo un tempo più o meno lungo premendo con l’altra mano il tasto F; il circuito elettrico si apriva e l’orologio si fermava.

È proprio l’estesiometro C, sicuramente ideato da Pizzoli, che mi intriga. Sui dettagli costruttivi di quelli di Buccola, Kiesow, Ponzo, Patrizi, Colucci, ecc. almeno c’è letteratura, ma su questo non ho trovato nulla.

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