Prefazione

Mi è particolarmente gradita la richiesta del dott. Andrea Gaeta di una introduzione al fascicolo "Reuleaux News 2" che presto sarà dato alle stampe e diffuso. Non posso però non accennare al fatto che l'aspetto motivazionale è dovuto tanto all'amicizia che mi lega ad Andrea quanto, ovviamente, alla mia tesi di laurea in filosofia della scienza dell’aprile 2003 alla Università Statale di Milano e indicatami dal prof. Gianni Micheli, ordinario di filosofia della tecnica, sullo scienziato Franz Reuleaux (vedi RE 3 e FO 49). 

Detto questo vorrei riportare qui integralmente la poesia di Antipatro che l'ingegnere e scienziato Reuleauxuna notevolissima simpatia ed empatia di Andrea Gaeta – ha inserito nella conferenza citata in una delle numerose schede su Termini Imerese. E questo per due motivi: il primo – quasi un omaggio – dovuto al fatto che Andrea è un termitano (anche se vive a Roma) ed il secondo perché la citazione di Antipatro mi riporta ad un ricordo personale.

Lasciate riposare le mani, fanciulle che siete addette alla macina

dormite più a lungo; il gallo dell'alba non disturbi il vostro sonno.

Demetra ha affidato alle sue ninfe la vostra fatica per i giorni a venire.

Esse, saltellando, balzano sulla ruota che gira,

che gira sul suo asse il quale, munito di raggi,

muove le quattro pietre che macinano.

Adesso possiamo godere la nuova età dell'oro

e mangiamo i frutti della dea Demetra senza pesante fatica.

Consentite un parallelo, motivo della citazione poetica, fra le deliziose strofe così efficacemente descrittive e l'accorata serie di proposizioni che Andrea Gaeta offre al lettore per farlo partecipe di un nostalgico appello, come Antipatro per la nuova età dell'oro, alla conoscenza, alla visitazione ed al mantenimento del luogo prediletto dalle ninfe che deve essere molto caro al luogo della memoria di Gaeta.

In questo quaderno in cui Reuleaux è più volte citato si attesta un settore significativo dell'opera di Andrea Gaeta della quale vorrei segnalare la spontanea semplicità descrittiva e prescrittiva, perché torna a Suo onore la struttura del discorrere così distante dalle astruserie di chi usa lemmi difficili per apparire più colto del necessario. Altro argomento da segnalare è la regolarità e continuità del percorso narrativo quando sviluppa il rapporto fra gli oggetti ed i contenuti tecnici degli stessi. Le immagini fenomeniche superano le condizioni di possibilità del discorso didascalico ed i modelli che presenta (pattern) non ingombrano la scena narrativa.

Alla collana in PDF di tecnica e cultura che l’autore sta approntandosi a rendere anche cartacea (e di questa intonazione figurativa - vorrei dire Einsatzbild - ne condivido tutto, anche per condizioni anagrafiche) va data tutta l'attenzione che merita e che premia l'entusiasmo, la volontà e, diciamolo pure, la generosità che Gaeta profonde nel suo lavoro. Auguri Andrea.

Roberto Bragastini                                     

 Catania, 20 dicembre 2012