RE 61 – Psicologia termitana (16.12.2012)

Nelle mie recenti schede “La Fortezza scomparsa” (RE 39) e “Un castello s-confinato” (RE 53), per spiegare la strana “dimenticanza” dei termitani (da almeno 50 anni…) della immensa cisterna del Belvedere e addirittura... di tutto il loro imponente castello, ridotto allo spoglio cocuzzolo che tutti “riconoscono”, ipotizzo un grandioso fenomeno di “rimozione collettiva”. Lo psicologo Giovanni Iannuzzo, uno dei pochi termitani a rilevare il problema (forse perché non è originario di Termini!), concorda con le mie osservazioni, ma preferirebbe parlare di “negazione” collettiva, un “meccanismo di difesa molto più arcaico, infantile”. Anche se io, da profano, non riesco ad afferrare il senso psicologico del termine “negazione” credo che la sostanza non cambi: i termitani, sentendo la colpa di aver raso al suolo il loro immenso patrimonio, le loro radici, guardano dall’altra parte, fanno finta di niente o, più crudamente, se ne fottono.

La rarissima e preziosissima foto che allego, scovata chissà dove dal giovane e benemerito Antonino Surdi Chiappone, è stata scattata presumibilmente verso il 1870 quando il bastione della Fossola era ancora quasi del tutto integro e quando, come ci testimonia il Bozzo, la grande cisterna fu “murata” e, di fatto, rimossa.

 

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