RE 55 – La forza “conclusa(4.11.2012)

    

 

L’“Essai sur la Philosophie des Sciences”, il celeberrimo libro, del 1834, in cui Ampere ha classificato analiticamente tutte le conoscenze umane (vedi lo specchietto relativo alla Meccanica), è stato il responsabile, nel bene e nel male, della nascita di una scienza nuova, la Cinematica (dal greco κίνημα, movimento) e della sua drastica distinzione dalla Dinamica, ancor oggi esistente in tutti i libri di testo (textbooks, Schulbücher) di Fisica.

Un po’ meno celebre, ma fortemente istruttivo, è l’esempio del meccanismo (il “movimento” degli orologiai, vedi foto a sinistra) dell’orologio meccanico portato da Ampere per separare i problemi, di carattere “geometrico”, di velocità, movimenti, spostamenti e simili dai problemi, di carattere “dinamico” e ben più complessi, del bilancio energetico delle forze agenti. Come infatti fa notare il grande scienziato francese i “rapporti” tra gli ingranaggi (ruotismi, train wheels, Räderwerke, gearing, ecc.) restano uguali a prescindere dalla forza motrice, facendo ad esempio girare a mano le lancette (foto a destra). Una volta che gli allievi avranno afferrato e, soprattutto, “assimilato” questi aspetti cinematici, potranno capire senza difficoltà il “principe des vitesses virtuelles”, quel teorema che col “procedimento” (marche, Wege, ecc.) ordinario risulta estremamente ostico.

Reuleaux dal canto suo, nel “Lehrbuch der Kinematik”, non solo ribadisce che primitivi, bambini, adulti e …scienziati afferrano l’idea di movimento con la sola osservazione immediata, mentre l’invisibile concetto di “forza” può essere “derivato” solo a “conclusione (Abschluss) di un ragionamento, ma va più avanti di Ampere e, soprattutto, dei suoi epigoni che ne hanno travisato e mistificato la dottrina “dalla A alla Z”. La “sua” Cinematica, infatti, si scinde nettamente, specie nel secondo volume (vedi RE 38), in una parte dedicata ai processi “geometrici” (“Phoronomie”) e in un’altra consacrata ai loro aspetti “dinamici” (“Zwanglauflehre”).

Purtroppo però questa “completa rivoluzione nell’indirizzo nei metodi della cinematica” preconizzata dal Colombo nel 1874 nella prima pagina del libro di Reuleaux da lui tradotto (vedi RE 9) non si è ancora avverata.

 

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