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– Un timbro… telegrafico
Nei giorni scorsi ho chiesto ai miei corrispondenti, un po’
per gioco e un po’ per curiosità scientifica, se conoscevano lo strano oggetto qui
raffigurato, somigliante a un timbro postale. Non ho avuto nessuna risposta ed
eccomi allora a sciogliere il piccolo arcano.
Si tratta di un “mazzuolo” con base gommata, e appesantito
internamente con piombo, per assestare dei colpi secchi sui tasti del
perforatore (vedi foto) del sistema
automatico Wheatstone (vedi News 67).
I tre tasti sono uno per i punti Morse, uno per le linee e
uno per gli spazi (o per i bianchi, in gergo). L’operatore
addetto alla perforazione o punzonatura della banda di carta (oleata) teneva un
mazzuolo in ogni mano e colpiva con una mano il tasto dei punti e con l’altra
quello delle linee. Il tasto bianco doveva essere sempre colpito con la mano
che rimaneva libera nel fare il segnale precedente. Nella foto si intravede una
coppia di tali mazzuoli, riposti ai lati del perforatore.
C’erano regole ergonomiche tassative sulla postura da
assumere per non stancarsi nei turni di lavoro: era solo il polso, e non le
altri parti del corpo, che doveva lavorare.
È curiosa quest’attività che equipara l’atto del telegrafare
all’atto del timbrare, stereotipo dell’impiegato postale! Inoltre a me sembra
evidente un’analogia con i movimenti degli stenotipisti (per esempio quelli che
lavorano con