66 – Un timbro… telegrafico

 

        

 

Nei giorni scorsi ho chiesto ai miei corrispondenti, un po’ per gioco e un po’ per curiosità scientifica, se conoscevano lo strano oggetto qui raffigurato, somigliante a un timbro postale. Non ho avuto nessuna risposta ed eccomi allora a sciogliere il piccolo arcano.

Si tratta di un “mazzuolo” con base gommata, e appesantito internamente con piombo, per assestare dei colpi secchi sui tasti del perforatore (vedi foto) del sistema automatico Wheatstone (vedi News 67).

I tre tasti sono uno per i punti Morse, uno per le linee e uno per gli spazi (o per i bianchi, in gergo). L’operatore addetto alla perforazione o punzonatura della banda di carta (oleata) teneva un mazzuolo in ogni mano e colpiva con una mano il tasto dei punti e con l’altra quello delle linee. Il tasto bianco doveva essere sempre colpito con la mano che rimaneva libera nel fare il segnale precedente. Nella foto si intravede una coppia di tali mazzuoli, riposti ai lati del perforatore.

C’erano regole ergonomiche tassative sulla postura da assumere per non stancarsi nei turni di lavoro: era solo il polso, e non le altri parti del corpo, che doveva lavorare.

È curiosa quest’attività che equipara l’atto del telegrafare all’atto del timbrare, stereotipo dell’impiegato postale! Inoltre a me sembra evidente un’analogia con i movimenti degli stenotipisti (per esempio quelli che lavorano con la Michela, al Senato italiano), ma vorrei il parere dei competenti.

 

Wheatstone Stick Punch

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