42 – I colpi del diavolo
Nel libro “Das Deutsche Gaunerthum” di F. C. B.
Avé-Lallemant, Lipsia 1858, c’è una storia (vol. 2, p. 99) che certo
interesserà tutti i cultori di cose telegrafiche.
È quella di Franz von Spaun (Linz 1753, Monaco 1826), un intellettuale
dissidente che nel 1788, per motivi politici, fu arrestato e tenuto dieci anni
in carcere senza poter disporre di libri e materiali per scrivere. Durante gli
ultimi anni di prigionia nella cella
accanto alla sua, separata da un grosso muro, fu segregato il nobile M., che
sarebbe poi diventato Segretario di Stato. A Spaun venne allora l’idea di farsi
capire attraverso colpi sul muro e a questo scopo escogitò un linguaggio a
colpi che, secondo il racconto di un suo vecchio amico, era estremamente
ingegnoso.
La cosa più difficile fu comunicare la chiave al compagno di
sventura, che non era esperto della lingua tedesca. Iniziò a battere 24 volte
sulla parete e continuò instancabilmente questa operazione fin quando lo
sconosciuto non capì che significavano le 24 lettere dell’alfabeto e rispose in
modo coerente. In poche settimane essi poterono comunicare rapidamente e
completamente, e si raccontarono i loro destini.
I due si incontrarono, e si conobbero, solo molti anni dopo.
Spaun andò a trovare il Segretario di Stato a Monaco e bussò alla porta del suo
ufficio alla vecchia maniera. Il signor M. riconobbe immediatamente i colpi e
trasalendo esclamò: “C’è Spaun, o è il diavolo!”.
Purtroppo della chiave di quel linguaggio a colpi non si è
saputo niente.