29 – La voce del sounder
(cliccare sull’immagine
per sentire il ticchettio del sounder)
Caro Gambarara,
riconosce il sounder o “telegrafo americano” che una volta
ebbi occasione di farle vedere? Provi a cliccarci sopra e dopo qualche secondo
dai moderni altoparlanti del suo computer sarà riprodotto il tipico – per le
orecchie dei telegrafisti americani – segnale Morse.
A quelli della mia età questo suono può ricordare al massimo
il ticchettio udito da bambini in qualche ufficio postale di provincia, ai
giovani sicuramente non dirà niente! Eppure, caro Gambarara, questo apparecchio
apparentemente banale, in trincea da almeno 160 anni, ha un pedigree di tutto
rispetto e custodisce un grande segreto: esso è il “papà” dell’altoparlante ad
alta fedeltà di cui sopra.
Ai profani, me purtroppo compreso, il Morse – americano o
internazionale che sia – sembra una cantilena del tutto monotona ed
inespressiva, paragonabile alla lontana alle lingue arabe, epperò come queste
ha senza dubbio i suoi fonemi, la sua intonazione, la sua melodia, la sua
semantica. Intendo dire che il Morse è una vera lingua e come tale non solo
deve avere diritto di cittadinanza nel consesso dei linguisti, ma può render
loro servigi scientifici impagabili e forse finora inimmaginabili.
Lei sa bene da quanto tempo io cerco inutilmente di
suscitare l’interesse degli addetti ai lavori: senza mezzi per impiantare
laboratori e soprattutto senza collaborazione scientifica la conoscenza non può
progredire.
Questa lettera, che mi permetto di render pubblica a quei
quattro gatti che potrebbero/dovrebbero interessarsi, è nata di getto e quasi
casualmente. L’idea iniziale era di corredare di questo “sussidio audiovisivo”
il sostanzioso e già annunciato articolo sulla lingua telegrafica, ma stamani
chiedendo ad alcuni amici radioamatori (
Il messaggio Morse qui riprodotto, preso dall’ottimo
articolo in rete “The Electromagnetic Telegraph”
di
Cordialmente.
Intervento
di Gambarara
Email
ricevuta e trovata molto interessante.