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– Il telegrafo scintillante
Nei trattati di storia della telegrafia è spesso menzionato
il telegrafo elettrostatico di Bozolus
(1757 o 1767). Anche se probabilmente è il primo di cui si hanno notizie
certe della effettiva realizzazione (forse
al santuario della Mentorella), il suo funzionamento è piuttosto oscuro (vedi, in calce, la descrizione che ne dà il
gesuita G. M. Mazzolari a p. 34 della sua opera in versi Electricorum, Roma 1767, da cui è tratta anche l’immagine della boccia di Leyda).
Ronalds, nel suo prezioso catalogo (voce Mariani Parthenii), si limita ad
accennare che Zantedeschi gli aveva
segnalato questo telegrafo elettrico “scintillante” in
cui era impiegata l’elettricità di attrito della bottiglia di Leida e col quale
si formavano sillabe e parole con gruppi di scintille di convenzione.