MA
14 – L’analogia elastica (11.5.2007)
In fisica si ricorre spesso ad analogie per
spiegare i fenomeni che non sono immediatamente percepibili dai sensi umani.
L’elettroacustica si è sviluppata con similitudini mutuate dalla meccanica, la legge
di Ohm grazie a paragoni termici, la
“corrente” elettrica con la classica analogia idraulica (vedi disegno a sinistra), che da oltre due secoli permane
imperterrita, e invariata, nei libri di testo.
Un’analogia più calzante, molto meno nota e
sicuramente più utile potrebbe essere quella accennata nel già citato libro di Giovanni Dell’Oro (Lettura sesta - La forza elettromotrice). Nelle macchine
telegrafiche “molle o eliche elastiche” (di
ottone) convivono con “solenoidi o eliche elettriche” (di rame), anzi la forza delle prime è usata per controllare e/o “contrastare” (si pensi solo alla molla antagonista del galvanometro di Deprez
D’Arsonval) la forza delle seconde.
Sia nella bobina (coil) che nella molla a elica (impropriamente
detta “spirale”), osserva acutamente il direttore de Il Telegrafista, l’elasticità della seconda e l’elettricità della
prima si utilizzano meglio che nel caso di fili semplicemente rettilinei,
perché le forze sono dirette e concentrate verso un’unica direzione (l’asse del solenoide e l’asse della molla
cilindrica).
Siamo abituati a misurare la tensione di una pila
con i comuni strumenti elettromagnetici e leggiamo, pertanto, sempre il valore
di 1,5 V anche se un polo della pila
è “a massa” ossia collegato alla
terra. Ripetendo la misura con sensibilissimi strumenti elettrostatici, del
tipo dell’elettrometro di Henley,
troveremmo invece la perfetta analogia, suggerita da Dell’Oro, tra molla e pila a “poli”
liberi, e tra molla e pila con un “polo”
bloccato (vedi figura).
vai a MAGRINI NEWS