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– Versione definitiva AG 16
Chiarissimo De Mauro e cari accademici,
Il testo si può scaricare
direttamente in formato Word dalla home page del mio sito www.bitnick.it
Qui incollo solo la
pagina di presentazione.
Questo Atomo
è un tributo a Mario Lucidi e, al contempo, un atto di accusa a
Se Lucidi
e il suo iposema, se Gaeta e la sua
telelinguistica sono rimasti e rimangono ignorati buona parte della
responsabilità, detto a chiare lettere, è di
Anni fa (Etica
e Fonetica) avevo lanciato al De
Mauro un’accusa apparentemente più grave, quella di avermi diffamato. Fatta
inutilmente ampia ammenda di quella ora gliene lancio una ben più pesante: aver
“oscurato” la genialità di Mario Lucidi.
Se De
Mauro, come ogni imputato, si difendesse dicendo “Io non ho fatto niente!”, ebbene le sue parole sarebbero una piena
confessione, un’esplicita ammissione della colpa che io, oscuro elettricista
illuminato dalla luce di Lucidi, ardisco addebitargli: l’inerzia. Se invece
egli continuasse a tacere, il suo silenzio darebbe prova ancora più evidente
del suo atteggiamento scandaloso, indegno del suo ruolo istituzionale.
Accuso poi De
Mauro anche di avere – stavolta involontariamente – osteggiato i miei
lavori, in quanto le polemiche di cui sopra li velano agli occhi anche dei
migliori, tanto che nessuno si dà la pena, o pensa che lo valga, di entrare nel
loro merito.
Ecco ora alcune note di servizio su questo Atomo. Il titolo primitivo doveva essere
“Il segno tecnificato. L’iposema di
Lucidi”: l’ho modificato per poter dichiarare nella maniera più esplicita e
diretta, in copertina, la mia civile critica al De Mauro.
Per motivi di impaginazione un capitolo che
avevo riservato alla collazione sinottica dei passi salienti di Lucidi
sull’iposema l’ho trasferito altrove (Lucidi
News 79).
Ugualmente per motivi di spazio il capitolo 9 è monco di una parte,
riguardante il tecnigrafo e
Mancano anche gli ultimi due capitoli “La coscienza di Buccola” e
Di quest’ultima il
paziente lettore dovrà accontentarsi dell’immagine di copertina, che vuol
rappresentare l’iposema partorito dalla mente di Mario Lucidi che, come un
mulinello, non smetteva mai di macinare pensieri, per funzionalizzarli, tecnificarli e renderli comunicabili (“…quel
cervello cosa andava a pensare, che continuo mulino aveva dentro quella testa!”
- Testimonianza Ascioni, vedi AG 4).
Manca anche un indice dei nomi e una bibliografia,
ma questi sono i mali minori. Chi fosse interessato non avrà certo difficoltà
ad approfondire, consultando i miei lavori – tutti in rete – o chiedendo
direttamente al sottoscritto, che dichiara, come sempre, la sua disponibilità
ad ogni chiarimento e ad ogni dialogo.