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– L’iposema di Lucidi
Incollo una selezione di
passi significativi da testi di Mario Lucidi, raggiungibili mediante i link.
1944 - Riconosciuto che non unità
significativa è la parola ma un'unità
funzionale in una sfera significativa, reale nell'ambito
di tale sfera solo perché in essa funziona, è chiaro che la funzionalità
è il suo carattere essenziale (anzi la sua esclusiva essenza) non la
significatività che di tale carattere è semplicemente l'aspetto.
Ora quando parliamo di unità funzionale (non semplicemente funzionante, nel
senso di un'unità che nella sua
qualità di entità autonoma espleti certe funzioni, ma funzionale per essenza,
la quale cioè esiste solo in quanto espleta le sue funzioni) ciò porta con sé
accanto al concetto di un'unità
realmente esistente solo nell'ambito
di un'unità superiore di altra
natura (atto linguistico) quello di
una funzionalità che non si esaurisce in una singola realizzazione ma è il
riflesso di altre e in generale si rifletterà a sua volta in altre unità
similari (non identiche); e veramente parole, semantemi, morfemi e sintagmi non
sono reali che in quanto funzionanti in quell'unità
superiore e d'altra natura che è l'atto linguistico, ma tale funzionalità trova la sua
ragione d'essere solo nel fatto che
essi sono il riflesso di unità similari, non identiche, funzionanti in altri
atti linguistici e d'altra parte,
sempre in virtù della loro funzionalità, essi sono in generale destinati a
riflettersi in unità similari nell'ambito
di altri atti espressivi.
1946 - L’atto linguistico non è un tutto
inscindibile e inanalizzabile, ma è in ogni caso un segno complesso, che
consta di più ingredienti. Le entità in cui tali ingredienti si concretano
(parole, morfemi, ecc.) non sono, come abbiamo visto, entità significative
autonome, che in questa loro qualità espletino una determinata funzione
nell’atto linguistico; sono invece semplicemente entità che funzionano si in
una sfera significativa, le quali però repetono tale caratteristica proprio dal
fatto di funzionare in essa sfera, sono cioè reali come entità funzionanti con
una determinata funzione solo quando e in quanto funzionano nel suo ambito,
sicché la loro natura, la loro essenza, è appunto in questo funzionare in un
ambito superiore (l’atto linguistico) e d’altra natura (significativa); in
questa loro natura, in questo particolare modo di esistere (che è del resto, si
è visto, l’essenziale ed esclusivo), esse trascendono, e ciò è implicito nella
loro essenza, la singola realizzazione, ché tale realizzazione ne presuppone
altre similari, non identiche, di cui essa è il riflesso, e in altre, in
generale, è destinata a riflettersi; d’altro canto, esse, all’atto del funzionare,
portano seco un elemento di individuazione, consistente nel fatto che sono
proprio esse a funzionare fra tutto un complesso di altre entità dello stesso
genere, del quale complesso esse stesse fanno parte integrante.
1950 - Ora che cosa sono
questi elementi per cui il segno linguistico è complesso, questi elementi che
emergono dall'analisi imposta dalla
funzione significativa del segno medesimo? Essi non sono certo entità
significative autonome, che in questa loro qualità espletino una determinata funzione
nel segno linguistico; sono semplicemente entità che funzionano sì in una sfera
significativa, le quali però repetono
tale caratteristica proprio dal fatto di funzionare in essa sfera; si
realizzano cioè come entità funzionanti con una determinata funzione, solo
quando e in quanto funzionano nel suo ambito, sicché la loro natura, la loro
essenza è appunto in questo funzionare in un ambito superiore (il segno
linguistico) e d'altra natura
(significativa). In questa loro natura, in questo particolare modo di esistere
esse trascendono (e ciò è implicito nella loro essenza) la singola
realizzazione, ché tale realizzazione ne presuppone altre simili, non
identiche, di cui essa è il riflesso, e in altre, in generale, è destinata a
riflettersi; d'altro canto esse, all'atto del funzionare, portano seco un elemento di
individuazione, consistente nel fatto che sono proprio esse a funzionare, fra
tutto un complesso di altre entità dello stesso genere (il sistema linguistico
che si considera), del quale complesso esse stesse fanno parte integrante.
1961 - Lo specifico del segno
linguistico è, peraltro, appunto questo; ogni altro segno è, nei confronti del
suo significare, una entità globale e inanalizzabile; l'analizzabilità
del suo significante può aver sì, spiccatamente in un codice, funzione
individuativa nei riguardi dei significanti degli altri segni del sistema, ma
essa non trascende l'ambito
puramente fenomenico, non si attua cioè in relazione ad una corrispondente analizzabilità
della sfera significativa: questa rimane, sotto tale rispetto, un tutto
globalmente in sé conchiuso (si prescinde da segnalazioni ideograficamente
organizzate, che rappresentano sempre manifestazioni secondarie, dedotte dall'esprimere linguistico). Nel segno linguistico
invece l'analizzabilità è
significativamente intrinseca; il significato del segno, vale a dire, è ciò che
è, e come tale viene inteso, proprio in virtù dell'analizzabilità,
in questi elementi cronologicamente ordinati (parole e morfemi) che ne
rappresentano gli ingredienti costitutivi; e tali elementi non sono entità
significative autonome, che in questa loro qualità esplichino una determinata
funzione nel segno, ma semplicemente entità che funzionano sì in una sfera
significativa, le quali però repetono tale caratteristica appunto dal fatto di
funzionare in essa sfera; si realizzano cioè come entità funzionanti con una
determinata funzione, solo quando e in quanto funzionano nel suo ambito, sicché
la loro natura, la loro essenza è in questo funzionare in un ambito superiore
(il segno linguistico) e d'altra
natura (significativa): entità essenzialmente funzionali, emergenti dall'analisi del segno e che si riflettono di
realizzazione in realizzazioni con funzioni similari e non identiche; perché,
ad ogni singola realizzazione, il contributo funzionale dell'entità alla costituzione del relativo segno è
palesemente il risultato del concomitare, da una parte, della carica
funzionale, per così dire, derivante ad essa dalle analisi operate all'atto delle precedenti realizzazioni, delle quali
quella considerata è di norma il riflesso, e dall'altra,
delle contingenze sintagmatiche e paradigmatiche comportate da quel particolare
segno e dalla sua eventuale cornice estralinguistica.
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