63 – La complicità onesta

 

Tra i due “coders” del “Jay Leno show” (vedi Morse News 126 e Lucidi News 47), come pure tra due telegrafisti del filo o radio-amatori dell’etere che corrispondono tra loro, c’è forse un’intesa particolare che mi azzarderei a ipotizzare addirittura maggiore di quella tra amici che si parlano di persona. Soprattutto per questo motivo credo che abbiano vinto la gara di velocità contro i due ragazzi – potenzialmente anche “estranei” tra loro – che per comunicare usavano SMS.

Questa “complicità” non va assolutamente pensata come una sorta di “amore ecumenico”, né tanto meno di “amicizia particolare”: è invece un fenomeno squisitamente linguistico insito e prerogativa del Morse, forse quel “segreto” (nel Morse non c’è effetto Lucidi) che da tempo andiamo inseguendo.

Anche la proverbiale moralità, responsabilità o affidabilità dei telegrafisti a cui si potevano tranquillamente affidare segretissimi dispacci di Stato (impensabili secondo l’ottica europea della “zona” o prova cartacea) è strettamente connessa alla cennatacomplicità fisiofisica” del Morse.

L’immagine (il matrimonio di Edison, da Figuier, cit.) servirà a introdurre il discorso sulle purtroppo desuete “oneste complicità” che dovrebbero essere il fondamento delle relazioni interpersonali (a tutti i livelli) e che invece sono sistematicamente e fisiologicamente minate da falsità, diffidenze e imbarazzi di vario genere.

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