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– Vi piace il “fonografo”?
Il prezioso articolo dello Scientific American citato nella News precedente non si
intitola semplicemente THE PHONOGRAPH, ma, si badi molto bene, THE TALKING PHONOGRAPH. Infatti, come ben spiegato nel testo, fonografi o “sound writers” già ne esistevano (Marey e Rosapelly, Scott, Barlow), ma
mentre questi apparati si limitavano a “scrivere
il suono”, quello di Edison era parlante (talking).
“Anche se con la pratica e l’aiuto di una lente di
ingrandimento si potrebbero leggere foneticamente
le registrazioni di punti e linee del sig. Edison, il suo fonografo ci toglie questo disturbo e legge da solo. Come se, invece di
leggere attentamente un libro, lo buttassimo dentro una macchina, la mettessimo
in moto e, voilà, sentissimo la voce dell’autore che ripete la sua
composizione!”.
L’articolo contiene due figure, la Fig. 1, già
(fedelissimamente) riportata, e la Fig. 2,
qui riprodotta, il più fedelmente possibile, in alto a sinistra. Si tratta della registrazione della frase “How do you like the phonograph?” (Vi piace il fonografo?) e l’articolista
assicura che si tratta di un facsimile
del foglio di stagnola, identico in tutto tranne nel fatto che i segni sono
livellati invece di essere sbalzati o affossati rispetto alla superficie. La Fig. 2 qui a destra, una replica
approssimativa della precedente, è tratta dallo stesso articolo di Scientific American, ma riportato il mese
successivo nell’Engineering, con le
due tavole rifatte da un altro
disegnatore, probabilmente per motivi di copyright.
Nella prossima News vedremo l’importanza di queste apparenti sottigliezze.