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35 – La “pila” di Nepi (29.8.2008)
Probabilmente il padre Embrìaco ideò l’orologio idraulico che l’ha reso
(relativamente) famoso verso il 1856, sull’onda del clamore suscitato
dall’invenzione del pantelegrafo o “telegrafo
universale” dell’abate Caselli.
In quell’epoca era priore nel convento dei domenicani
di Nepi, la celebre “città dell’acqua” in provincia di Viterbo, e insegnava fisica
nell’annesso seminario, che fungeva, credo, anche da scuola pubblica.
L’occasione fu la costruzione di una vasca, ad
uso esclusivo dell’orto dei frati, che egli ordinò per dirimere le continue
liti coi confinanti per problemi di irrigazione. Questa vasca – che purtroppo,
come mi ha scritto il dottissimo P.
Ho inserito la foto di una fontanella, nel punto
in cui si trovava tale vasca o “pila”,
unicamente per mnemonizzare questo concetto di acqua
“corrente” che ovviamente andava a
finire “a valle”, e precisamente
nell’ampio e ubertoso vallone a picco del quale, come si intravede dalla foto,
si erge il convento.
P. S. (30.8.2008)
Tale concetto si può forse esprimere meglio
riferendosi non alla “corrente elettrica”,
ma ad una “elettricità corrente” (“corrente” in senso attributivo dell’elettricità).
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