GV 33 – I “finecorsa” di Embrìaco (21.8.2008)
Se si esaminano con molta attenzione, o al
rallenti, i due brevi filmati dell’orologio di Embrìaco già presentati (vedi
GV 25 e GV 27), si vedrà che la “barchetta” (vedi GV 24) non costituisce, né sostituisce il pendolo
dell’orologio, come a prima giunta si potrebbe essere indotti a pensare. La sua
funzione invece è quella di fornire la forza motrice necessaria per compensare
gli attriti e “mantenere” in funzione
un tradizionale, preciso e, soprattutto, quasi completamente “libero” pendolo “galileiano”.
Per cominciare a capire il funzionamento
dell’orologio idraulico genialmente ideato da padre Embrìaco partiamo da due semplici schemi che rappresentano il “sistema” pendolo-barchetta nella
posizione di “quasi” finecorsa sinistra (a
sinistra) e di “quasi” finecorsa destra (a
destra). Inoltre, per chiarire meglio il gioco delle fasi, ho posto accanto
ad ognuno di essi il dettaglio di un orologio Embrìaco miniatura (cortesia Lebran), nel quale la “barchetta” (dalla parte opposta della foto) corrisponde alla ben visibile
barretta inclinata, rispettivamente a destra e a sinistra.
I finecorsa
dell’oscillazione del pendolo sono due semplici molle a lamina che però, oltre
alla normale funzione di paraurti o reggispinta,
hanno quella, specialissima, di “molle
motrici”. Per svolgere questo compito esse devono essere di volta in volta
– e, si badi, alternativamente! – “precaricate” dalla barchetta. Vediamo come.
Nello schema di sinistra la molla di destra è scarica mentre quella di sinistra è carica (si noti il piccolo spazio che la separa
dalla testa della vite di registro), mentre la barchetta, già “carica” d’acqua, è bloccata dal
microscopico nottolino o “cuneo”
saldato alla molla. Appena il pendolo, finendo l’oscillazione a sinistra,
sblocca la barchetta questa ruota di botto, scarica l’acqua (vedremo altrove dove questa va a finire),
predispone l’altro comparto a caricarsi di nuova acqua (vedi GV 24) e “precarica”
l’altra lamina, cioè il finecorsa di destra.
Nello schema di destra la situazione è
esattamente speculare e non necessita, credo, di altre spiegazioni. Finché dura
la “corrente” idrica (acqua perenne) il ciclo continua
all’infinito e l’isocronismo, non dipendendo dalle variazioni di portata
idrica, è praticamente perfetto.
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