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50 – Il divano equivalente (25.3.2006)
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Nella News precedente abbiamo detto quello che il
Bitnick
“non è”; ora vediamo, sempre in due
sole parole, per seguire il consiglio del De Mauro, quello che invece “è”, qual è la “forza comunicativa” di questo “microsatellite
virtuale”, dal costo e dalle dimensioni di un portachiavi. Ebbene, essere seduti, davanti al
televisore, sul divano di casa propria (foto a sinistra) è del tutto
equivalente ad essere seduti nel divano dello studio televisivo (foto a destra).
Infatti gli ospiti di un normale talk show (Count-down), il pubblico
nello studio televisivo e i milioni di telespettatori sono accomunati dal fatto
di avere tutti in mano un identico Bitnick,
col quale rispondono ai rilassanti “antiquiz”
del programma. Non c’è nessuna differenza, in altri termini, tra chi al gioco
partecipa in carne ed ossa e chi invece vi “telepartecipa”
dalle case dei più sperduti paesi d’Italia.
Sia le casalinghe di Voghera che i vip del talk show interagiscono nella stessa
identica maniera: premendo, al momento opportuno (Bi-time-nick), il pulsante (l’unico,
peraltro) del loro Bitnick. Non
solo, ma l’interazione, si badi bene, è bidirezionale,
perché anche le risposte (esatto/sbagliato,
luci colorate, beep bitonali, accredito punti, ecc.) ai quiz (o meglio “antiquiz”) arrivano – in tempo reale,
sia a Voghera che in studio – via Bitnick!
Alla luce di questi concetti non può non balzare
evidente l’enorme utilità sociale
dell’invenzione.
(Per gli
approfondimenti tecnici, spettacolari, psicologici, sociologici, economici,
ecc. vedi nel sito)