GA
40 – L’effetto Di Trocchio (8.3.2006)
“Il Bitnick sarebbe adatto per i sondaggi di Bruno Vespa” (C.
Freccero, 20.3.03)
“Per cortesia, La prego di non spedire più e-mail al mio indirizzo”
(G. L. Beccaria, 2.10.04)
“Gaeta
frugando nei cassetti di Lucidi gli ha reso un pessimo servizio” (P. M. Bertinetto,
2.10.03)
“Vedermi De Mauro in copertina, m
“Se Lucidi e il suo iposema
sono ignorati la responsabilità è di Gaeta” (D. Gambarara, 7.10.05)
“Confesso
di non avere letto tutto l’articolo L’indefinizione del secondo” (G.
Dragoni, 7.3.06)
“Non
posso sottrarre tempo ai miei doveri per occuparmi delle cose di Gaeta” (T.
De Mauro, 12.1.05)
“L
“Se fosse vero che De Mauro l’ha preso
di punta allora Gaeta avrebbe chiuso” (R. Luccio, 9.10.02)
“Il Bitnick non rivela nessun particolare aspetto di forza comunicativa”
(M. Morcellini, 14.5.04)
“I
contenuti delle News che Gaeta invia e costringe a leggere sono banali” (F.
Di Trocchio, 1.12.05)
Quest’ultima sentenza del
nostro Federico, forse la “perla” più preziosa di tutta la collana,
mi porta a introdurre e definire l’effetto Di Trocchio.
Secondo norme
internazionali i requisiti della brevettabilità, com’è noto, sono: applicabilità industriale, carattere di novità e carattere inventivo. Quest’ultimo
parametro è quello di più difficile valutazione perché capita spessissimo che
il livello inventivo sembra che non ci sia e che l’idea dell’inventore appaia –
a posteriori, si badi – addirittura
banale. Tutti i consulenti brevettuali conoscono questo insidiosissimo fenomeno
della chiarezza
scambiata per banalità – che è appunto ciò che propongo di denominare “effetto Di Trocchio” – ed hanno
escogitato questo semplice metro di valutazione: l