DA
4 – Presepiando …discitur (22.1.2013)
Oltre al Presepe vivente e al
presepe marmoreo dell’Annunziata (vedi
DA 3) a
Termini Imerese c’è una consolidata tradizione di presepi artistici e “animati”, cioè meccanici, ai quali in
gioventù collaboravo anch’io. Quest’anno, in particolare, ha avuto molto
successo di pubblico e di critica la mostra “Presepiando al museo”,
amorosamente organizzata dagli amici Edoardo
Paladino, Mariano Barbara, Mimmo Chiavetta e molti altri (70 espositori) e che, grazie a internet,
Facebook, Youtube, ecc. è stata ammirata anche dai
termitani sparsi per il mondo.
Oggi, con la grave crisi che,
com’è noto, ha portato alla forzata chiusura della Fiat e di altre fabbriche,
iniziative di questo tipo, assieme a quelle che stanno nascendo, e di più ampio
respiro, tendenti al recupero turistico delle aree industriali dismesse, sono
quanto mai benvenute. In quest’ottica, pochi giorni fa, ho presentato l’idea di
Un
presepe termitano di …2000 anni fa
Carissimo Edoardo, come sai ho seguito con ammirazione e con nostalgia la
mostra sui presepi organizzata con passione da te, da Mimmo e da tanti termitani. Voglio lanciare una proposta che forse
potrebbe essere raccolta da qualche giovane artigiano termitano e cioè di
costruire in perfetta scala, sulla base dello schizzo che allego, un presepe
che serva anche a mostrare "tangibilmente"
come era Termini quando è nato nostro Signore. Il plastico dovrebbe essere
lasciato alla fantasia dell'artista, ma con alcuni punti fermi: la chiesa di S.
Orsola, la torre dei Saccari, la chiesa
dell'Annunziata, l'edificio circolare delle Terme, un sentiero che scende lungo
le "balate" dei rucchiceddi
(come erano all'epoca) fino al mare.
La grotta della natività potrebbe benissimo essere esattamente quella scelta
quest'anno per il presepe vivente, e cioè nel suggestivo giardino
dell'Annunziata. Spero che tu voglia far circolare questa idea e anche, se
credi, appoggiarla. Aggiungo che se avessi qualche annetto di meno mi
imbarcherei io stesso, e con entusiasmo, in questa impresa. Ciao. Andrea
Contemporaneamente a questa
lettera ho diffuso sulle pagine del mio
profilo Facebook e, soprattutto in quelle del gruppo “Belvedere”
(che raccoglie i termitani doc, cioè i
degni figli della splendida, “generosa” nostra città), alcuni schizzi
orientativi (corredati di quote – vedi in
calce) del plastico da me immaginato. Qualche mago di computergrafica forse
da questi dati potrebbe risalire al modellino tridimensionale, ma credo che un
risultato accettabile, e a costo zero, si può ugualmente raggiungere partendo
da una fotografia aerea del quartiere “rucchiceddi”
di Termini (foto in alto a sinistra, da
Mirabella, cit.) e “ritoccandola”
alla meno peggio, togliendo il superfluo e soprattutto inserendo il mare in
quello che, come ripetutamente ricordato nelle Poleni News
e in DA 3,
al tempo dei romani era il porto della città. Il risultato di questa operazione
è lo schizzo in alto a destra, un obbrobrio assonometrico, con prospettive
distorte e compresse, ma sufficiente, spero, a far “vedere” lo strapiombo roccioso ai piedi di S. Orsola e
dell’Annunziata, a insegnare (discitur)
ai meno colti la storia di Termini e a far ricredere i detrattori del “Mizzica i rucchiceddi, e …mancu
babbia!!!!”.