DA 29 – Il caso Dufour
(31.5.2013)
Nel 2008 scoprii, innamorandomene subito, le vecchie mappe di Termini
pubblicate nel bellissimo “Atlante
storico della Sicilia” (foto a
sinistra). In particolare, come ho già ricordato in AG 28, La città sbancata, e in PO 32, Etologia termitana, fu la “mappa di Berlino” a colpirmi, tanto che
cercai in tutti i modi di mettermi in contatto con l’autrice del libro, Liliane Dufour (foto al centro), per avere maggiori informazioni su dove e su come
procurarmene una riproduzione più fedele. Non riuscendo a rintracciare la Dufour proseguii da solo la ricerca, ricerca
che, come già ripetutamente raccontato e sottolineato, diede come frutto la
preziosissima e “snobbatissima” mappa
di Agatino Daidone (cioè la già citata
mappa di Berlino).
La preziosità di tale “Carta topografica della Città e Castello di
Termini nel Regno di Sicilia”, datata 1720,
è testimoniata da quanto ho finora tratto da essa in buona parte dei miei
numerosi (oltre una cinquantina)
contributi scientifici imeresi, mentre il “disdegno”
con cui i termitani l’hanno accolta, o per meglio dire “ignorata”, assieme naturalmente alla mia persona, dipende forse, o
sicuramente, da un subdolo equivoco in cui
sono incappati l’amico Agostino Navarra,
il mio compianto “maestro” di cose
imeresi, e tutti gli altri intellettuali termitani, compresi coloro – citerò solo Cosimo Serio, Giuseppe Torina e
Aldo Neglia – che durante il mio “ritorno” a Termini nell’ottobre 2008 si erano prodigati – “splendidamente”, da termitani autentici – in mille attenzioni e offrendomi la “massima” collaborazione sulle mie
ricerche di idraulica romana, cioè sull’acquedotto Cornelio e sui “castelletti”.
Quando, il 14.3.2009, io diffusi in anteprima per
email (come ho ricordato nella DA 25 e postato anche su Facebook il 20 u.s.) il pesantissimo file
di questa mappa lo feci senza dire niente della sua provenienza, puntando
sull’effetto sorpresa dei miei amati concittadini. La sorpresa invece me la
fecero loro, sghignazzando alle mie spalle! Anche l’amico Navarra, che di certo non vide mai la mia “mappa di Berlino” (a causa
delle sue penosissime condizioni di salute e per mancanza di collegamenti
internet), avrà pensato: “Andrea ha
scoperto l’acqua calda! Cosa crede, che noi a Termini siamo buzzurri?”.
Effettivamente infatti, prima che io la sventolassi ai quattro venti, a Termini
la “mappa di Berlino” si conosceva,
per il semplice motivo – cosa che io
sconoscevo, e da cui era nato l’equivoco – che la dott.ssa Dufour aveva a lungo soggiornato a
Termini durante e per la
preparazione del citato Atlante!
Questo incresciosissimo
malinteso ha cacciato in seconda linea la obiettiva abissale differenza tra
alta e bassa risoluzione della mappa di Daidone,
marchiando il mio nome, o quanto meno lasciando ombre e diffidenze sulla
mia persona, col risultato pratico che non solo la stima, ma soprattutto la
predetta massima collaborazione dei termitani si è azzerata!
Non posso chiudere questo “caso Dufour” senza esprimere il mio
debito alla esimia ricercatrice sia per il suo splendido lavoro su Termini, sia
per quel “molto”, almeno rispetto
alla squallida bibliografia esistente fino ad una decina di anni fa, che ha
scritto sul nostro Agatino Daidone (vedi, per esempio, il libro a destra).