Presentazione
Andrea Gaeta, che conosco ormai da molti anni, ha
conservato attraverso il tempo una curiosità intellettuale invidiabile e un
gusto per la precisione concettuale e per il rigore scientifico altamente apprezzabili.
Studioso dei molti interessi ha mosso le sue conoscenze scientifiche, in
particolare di fisica, lo hanno condotto ad approfondimenti e ricerche nel
vario ambito della storia delle scienze, in particolare quella dell’800.
Il mio incontro con Gaeta è
stato inizialmente collegato alle sue ricognizioni su uno scienziato italiano, Gabriele Buccola, che può essere
considerato uno dei pochissimi personaggi di livello internazionale che abbia
annoverato la nascita psicologica sperimentale in Italia. Gaeta se ne è
occupato a più riprese e su due versanti: Quello della curiosità erudita,
individuando materiali e fonti per la biografia di Buccola e quello invece
della storia della strumentazione. E qui l’apporto di Gaeta è stato davvero
prezioso.
La sparuta pattuglia di storici della psicologia (italiana e non) cui anche il
sottoscritto appartiene ha sempre incontrato il grosso limite della carenza di
conoscenze tecniche e specifiche che potessero utilmente integrare gli
approfondimenti concettuali. Gaeta ci ha
permesso di superare questo limite, estendendo la sua curiosità a vari
strumentazioni scientifiche dell’epoca (valga
per tutto il cronoscopio di Hipp).
Stendendo questa sua nota
introduttiva alla pubblicazione in forma elettronica di una serie di contributi
di Gaeta, principalmente alla storia delle scienze dell’800 (non solo alla psicologia sperimentale, ma
anche all’indagine fonetica, alla trasmissione dei segnali, ecc.), mi
soffermerò molto tangenzialmente su una serie di altri contributi, compresi
nella presente raccolta, spesso di natura occasionale e per la cui comprensione
sarebbe necessario un adeguato commento. Gaeta infatti è anche vivace
economista, tuttavia costantemente nello spirito, caro ai vecchi scienziati
ottocenteschi, che non possiamo che ammirare, di una difesa della verità dei
fatti, contro la approssimatività, i filosofemi inutili, il vacuo discorrere,
magari con un pizzico di retorica, caratteristiche care a tanta pubblicistica
italiana, anche nel campo della “storia”
delle discipline più vicine al versante umanistico, come ahimè è stata per
molto tempo considerata la psicologia.
Penso quindi che questa
raccolta di materiali, che potrà essere eventual-mente oggetto di una futura e
più sistematica edizione a stampa, possa rivelarsi per gli studiosi di storia
della psicologia e storia della scienza in generale di notevole utilità.
Nino Dazzi
Prorettore Università La Sapienza
Roma, 9 maggio 2011