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– Il bilanciere di Binet
Nel cap. VIII del
già segnalato libro La suggestibilité
(in rete)
Alfred Binet descrive un esperimento per
misurare il grado di suggestionabilità, o “ubbidienza”
ad una “autorità”, di una persona. A cavallo
del ‘900 questo tipo di ricerche (spiritismo, scrittura automatica, tavolini giranti, illusioni varie,
ecc.) erano di gran moda e quasi sempre condotte con l’ausilio delle
tecniche ipnotiche.
Binet invece sperimenta in condizioni più
fisiologiche, su alcuni bambini di una scuola elementare, usando il martello
sonoro (vedi immagine) che i lettori
di queste News
ormai riconoscono come un sounder
telegrafico. Lui però lo chiama “bilanciere
di Wundt”, perché allentando la molla a spirale
posteriore o mettendo dei contrappesi opportuni il dispositivo si presta a
diventare una leva oscillante, o se vogliamo anche una sorta di tasto
telegrafico.
Dopo aver mostrato le oscillazioni del dispositivo, prodotte
a mano da lui, Binet invitava i ragazzi
a prendere con due o tre dita il martelletto e seguirne i movimenti con la “mano morta”, senza opporre resistenza né
“aiutarne” le oscillazioni.
Rimandando al testo per i dettagli del protocollo dell’interessante
esperienza basterà dire che i soggetti suggestionabili
compivano dei movimenti incoscienti
anche al termine delle oscillazioni di “innesco”
provocate dallo sperimentatore, ad arte e in sincrono con un metronomo di “depistaggio” collocato, bene in vista,
accanto al bilanciere.