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– Povero Buccola!
Fui amico di Buccola nei
primi anni della mia carriera, quando l’Università di Torino era fiorente e
venivano numerosi dalla Sicilia giovani che volevano consacrarsi alla scienza: seguii
l’opera sua con ammirazione, il mio laboratorio lo aiutava nello indirizzo
meccanico dei suoi studi.
Uno dei più tristi
ricordi della mia vita fu una sera che, tornando a casa, incontrai un funerale
modesto. Visto che alcuni miei conoscenti lo seguivano, mi avvicinai e chiesi
di chi fosse quel feretro. Mi dissero che era… Buccola! Lo seguii fino
all’estrema dimora, afflitto della perdita, umiliato che scendesse, senza onori
e quasi ignorato nella tomba un giovane, che lasciò un’orma così profonda nella
scienza!!
Per rimediare a queste
ingiustizie del destino, io farò quanto posso, ché sarà un conforto per me, e
per i miei amici di onorare la memoria del Buccola, e della sua patria Palermo.
Prof. Angelo Mosso,
senatore
Istituto di fisiologia –
Università di Torino
Dopo 120 anni dalla morte Gabriele Buccola rimane nell’ombra, dà ancora
fastidio. A nulla sono valsi i generosi tentativi del Guardione (anni ’30), del Bruno (anni ’60) e di Gaeta (anni ’90) di riportarlo alla luce. Anzi,
almeno nel caso del sottoscritto, questi tentativi, come è ampiamente
documentato in questo sito, hanno comportato, da parte dei baroni universitari,
inimmaginabili e soprattutto assurdi ostracismi e ritorsioni, indegni di
un paese civile. Vergogna!