Roma 23.10.2000                                                    Al   Dott. Ignazio Contu - Telèma

p.c.     Ing. Carmelo Basso - ISCTI

Ing. Renato Petrioli - Bordoni

      

          Egregio Dottore,

il 12.5 u.s. Ella, caso più unico che raro, mi onorava di una risposta circa il mio Bitnick incompreso: Telèma non dà mai notizia di invenzioni che non abbiano ricevuto il crisma di riconoscimenti indiscutibili.

Presa alla lettera questa affermazione si potrebbe controbattere facilmente: al Bitnick non serve un annuncio, tanto meno da Telèma, che non è una gazzetta di news; al contrario, compito istituzionale e ragion d’essere della testata è proprio il dibattito, l’approfondimento e la discussione sull’attualità e il futuro della società multimediale.

Lo spirito della risposta invece potrebbe essere, in parte, condivisibile: Telèma deve prudentemente salvaguardare il proprio prestigio e la propria autorevolezza e non può quindi prendere in considerazione cose che hanno tutta l’aria d’essere - o potrebbero rivelarsi - delle “bufale”.

Tuttavia un conto è la prudenza, e un conto è la saccenza, il mutismo, l’arroganza immotivata o addirittura l’ostracismo ad oltranza i quali, non mi stancherò di ripetere, sono ammissibili da parte di privati (Mediaset), ma non certo da parte di organi istituzionali come la Rai, Telèma, l’ISCTI o la Fondazione Bordoni.

Se Lei, egregio Dottore, avrà la compiacenza di leggere anche le sole prime righe del documento allegato - le mie controdeduzioni alla valutazione tecnica del Bitnick da parte dell’ISCTI - si renderà conto, forse meglio degli stessi tecnici cui il documento è indirizzato, della serietà e, aggiungerei, della complessità del sistema alle quali ha fatto e fa velo una semplicità o una banalità, badi, solo apparente - banalità, comunque, sia detto per inciso, che rispetto ai palinsesti correnti (Grande Fratello, Posta del cuore, Carrambe varie, TV verità, TV spazzatura) è pur sempre Oxford.

Nella mia invenzione gioca un ruolo preponderante l’aspetto psicologico, il quale non può essere valutato né da psicologi di estrazione filosofica (e non fisiologica) né, ancor meno, da abborracciati e presunti “tuttologi”. La psicologia infatti si porta dietro un plurisecolare peccato d’origine che la fa catalogare tra le materie umanistiche, mentre invece la vera psicologia, quella che annovera tra i suoi pionieri Wundt, James o il nostro Buccola, è scientifica e sperimentale (un tempo i laboratori di psicotecnica pullulavano di cronografi, relè, tachistoscopi, tasti di reazione di ogni tipo, ecc.).

Non abuserò oltre della Sua benevolenza. Le cose che avrei da aggiungere, e sono tante, le affiderò, se sarà necessario, ad un secondo memoriale.

                                                         Distinti saluti.