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9 – Il topo di Cotugno (10.1.2008)
Nel marzo 1784
l’anatomico Domenico Cotugno (quello cui è intitolato un ospedale a Napoli),
credo allievo di Galvani, fece per
caso con un topolino un’esperienza di “elettricità
animale” meno nota di quella della rana o dei pesci elettrici (torpedine, anguilla, gimnoto, siluro, ecc.),
ma forse per questo più interessante sul piano storico-scientifico.
Per dare un’idea generale utilizzo la bella foto
presa da internet, ma si tengano
presente queste sostanziali differenze: il topo di Cotugno era molto più piccolo, appena nato; egli lo teneva tra
l’indice e il pollice della mano sinistra;
la coda non era pendente ma si era infilata tra le dita della sua mano; Cotugno non gli fece una puntura con la
siringa tenuta con la mano sinistra,
ma gli tagliò la pancia con un temperino tenuto con la mano destra.
Mentre Cotugno
era seduto a tavolino intento ad altro sentì muoversi qualcosa sul suo piede,
vide che era un “sorcio domestico” e
l’afferrò con l’intenzione di vivisezionarlo, con un coltellino che aveva a
portata di mano. Appena ebbe tagliato la pelle dell’epigastrio il topo reagì in
una maniera del tutto inaspettata: mosse la coda con tanta violenza che
l’atterrito Cotugno sentì una
fortissima scossa elettrica propagarsi dal dito anulare fino al collo
attraverso il braccio sinistro. Quella specie di “stonamento” gli durò un quarto d’ora e ogni volta che se ne
ricordava gli nasceva nell’animo un senso di avversione.
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