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1 – Il pozzo di scienza (1.1.2008)
Pubblico
oggi 1.1.2008, in edizione cartacea, Beccaria
vindicato, il mio 25° Atomo.
Un estratto è disponibile in questo sito, sezione
Atomi on line.
Questo Atomo,
come altri che l’hanno preceduto, fornisce stimoli nonché strumenti di lavoro per poter dissodare l’opera incolta e negletta di un
genio più grande di Lucidi,
di Buccola,
di Melloni,
ecc., e addirittura di Volta: Giambattista Beccaria.
È quasi un luogo comune che le controversie
scientifiche giovino al progresso delle Scienze, ma la
storia e lo stesso buon senso insegnano esattamente il contrario, specie quando
i contrasti dal piano scientifico scadono nelle beghe accademiche e nelle lotte
di potere. Oltre alla celebre disputa tra Galvani
e Volta, sul cui merito non posso e
non voglio entrare, c’è quella molto meno nota, anzi ignorata del tutto perché
rimasta sommersa sin dall’origine, tra Beccaria
e Volta, e per colpa della quale sono
marciti negli umidi sotterranei delle biblioteche concetti chiave e fecondi
come, per esempio, quello della beccariana “elettricità
vindice”.
Questo Atomo
non avrà certo la forza di sdoganare Beccaria,
vuole essere solo, per così dire, la replica del tentativo di propagarne e
propagandarne l’opera compiuto nel 1793, una dozzina d’anni dopo la morte
del venerato maestro e confratello, da un oscuro professore di fisica ed “elettrotecnico” ante litteram, lo
scolopio bolognese Lodovico Patuzzi.
Il suo sforzo, nobile e, purtroppo, come si vedrà, sfortunato o maldestro, fu
quasi del tutto vano, e forse addirittura controproducente; quello di chi
scrive, un altro elettrotecnico, che appunto come tale ha probabilmente letto
le pagine (e le tavole!)
di Beccaria con occhi diversi da
quelli degli storici, è auspicabile che possa risultare altrettanto generoso,
ma più fortunato e fruttifero.
* * *
Oggi inizia anche la nuova serie, “Beccaria News”, delle mie agili schede storico-scientifiche, dedicate in
questo caso a un secolo finora, purtroppo, da me sottovalutato, il Settecento,
e a un argomento indebitamente trascurato, come una cenerentola della scienza, l’Elettrostatica.
E per prima cosa correggo due dirizzoni in cui
ingenuamente sono incappato nelle serie dello scorso anno: nella prima
consideravo Oersted e Melloni pionieri dell’elettricità, nella
seconda includevo Giambattista Beccaria
tra gli “allievi di Volta” (MA 1 – Anomalie scientifiche).
Quest’ultima è una vera e propria eresia sia
storica (Beccaria aveva 30 anni più di
Volta), sia soprattutto scientifica: Beccaria
ne sapeva molto, ma molto di più di Volta.
Nessuno più di lui, specie rinvangando il “pozzo
di Beccaria” – uno strumento (vedi
immagine, da G. Veroi,
Elementi di Elettrotecnica, Torino 1905) menzionato nei vecchi
testi, almeno fino a quando non è stato defenestrato dalla “gabbia di Faraday” – ha diritto all’epiteto “il pozzo di scienza”.
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