Questo
Atomo AG 9 ha una storia piuttosto singolare.
Fu scritto alla fine del 1989 come un canovaccio, un abbozzo “provvisorio,
parziale e non pubblicabile” per fare il punto, forse principalmente a
me stesso, sulle mie ricerche.
Due
anni dopo però finì allegato, assieme all’inedito di Lucidi, ad un articolo
molto più rifinito (e di cui all’epoca ero molto soddisfatto), La radio interattiva, che
avevo sottoposto a Renzo Titone, che aveva mostrato un certo interesse ai miei Audiogiochi.
Il
risultato fu che il professor Titone volle ospitare subito lo scritto di Lucidi
e, a ruota, quello mio, pur provvisorio e incompleto, riservandosi forse di
pubblicare l’altro mio più compiuto lavoro in un numero successivo.
Il disegno di copertina, legato ai miei più
recenti interessi sulla telegrafia, è un giocattolino d’altri tempi, una
raganella che si poteva trovare nelle fiere di paese, o che era usata dai
bambini per far “casino” per strada o nelle festicciole di compleanno (clicker, cri-cri, ecc.).
Fu anche usato come telegrafo meccanico (snapper sounder) o per imparare
il Morse (quello americano, non quello internazionale). Nel 1891 Edmund C.
Sanford se ne servì per ricerche di psicologia fisiologica e, nel 1950,
Donald R. Griffin per ricerche sul radar dei pipistrelli (ultrasuoni). Nel
famoso film sullo sbarco in Normandia, “Il giorno più lungo”, alcuni
paracadutisti lo usano per fare segnali nella notte.