All. 5
Roma 21.2.97
A Pippo Baudo
Mike
Buongiorno
Michele
Guardì
Fatma
Ruffini
Ugo Porcelli
Cari Signori,
poiché
nessuno di voi ha risposto alla mia lettera semiaperta di gennaio, eccone una
seconda con altri particolari sulla Televisione
Interattiva Equivalente (Bitnick,
Count-down, ecc.). Se neanche questa dovesse raggiungere gli obbiettivi -
nell’ordine: far conoscere, capire, apprezzare e ...piazzare
l’invenzione - ne seguiranno altre, grosso modo una volta al mese. Nella
prossima, se necessaria, tenterò di spiegare quello che avrebbe dovuto e
dovrebbe essere lampante, e cioè l’utilità
sociale - e quindi politica, nel senso pulito della parola - del nuovo
medium; in questa, sperando di cogliere, ormai ...in extremis, la grande
occasione dei Cervelloni, voglio
raccontare la storia della videocassetta demo che vi ho inviato il 16.1.97 e
per questo la presente è diretta principalmente, ed eccezionalmente, a Ugo
Porcelli.
L’anno
scorso avevo già proposto ai Cervelloni l’invenzione (vedi allegato), senza successo. Quest’anno tuttavia, forse per
errore, sono stato chiamato per un provino, che però è stato alquanto deludente
soprattutto perché, l’ho capito dopo, non mi veniva richiesto di parlare della mia invenzione, ma
semplicemente di “far vedere qualcosa”.
Nella
mia mente così è maturata l’idea che costruendo dei prototipi operativi al 100%
e cooptando parenti e amici per una simulazione abbozzata dello spettacolo Count-down, avrei forse potuto superare
gli ostacoli per arrivare al trampolino di lancio dei Cervelloni. Superando
difficoltà di ogni tipo - di cui, per non apparire patetico, mi limito a
menzionare gli acciacchi della vista che hanno ostacolato non poco i montaggi
elettronici - e lavorando a tempo pieno per un mese e mezzo, ho costruito ben tre
prototipi : il “cervellone” centrale,
il “microsatellite” centrale (quello
del conduttore del programma) e un microsatellite
periferico (uno dei milioni di Bitnick
che un giorno in tutte le case affiancheranno il telecomando TV), e ho allestito
- in fretta e furia, per portarla in tempo utile alla redazione dei Cervelloni
(dove peraltro, a quanto mi risulta, nessuno l’ha visionata!) e accorciandola
il più possibile (per non abusare del tempo e della pazienza dei destinatari) -
la videocassetta demo che forma l’oggetto della presente comunicazione.
Tengo
a chiarire che non credo di essere affetto da qualche sindrome dell’inventore
che mi porti a vedere in tutti un’indifferenza ostile. Se ho scelto questa
strada dei “comunicati” ai top manager dello spettacolo TV italiano è perché
sono convinto che, allo stato, sia la sola con qualche speranza di successo. Se
sarà il caso in futuro spiegherò perché.
Apprezzerei
molto, da ognuno di voi, almeno un cortese cenno di riscontro. Grazie e saluti.
Andrea
Gaeta