All. 2

Roma 16 maggio 1996

Raccomandata - Espresso

 

              Caro Porcelli,

il microsatellite (virtuale) “Bitnick” da me inventato, la cui importanza è paragonabile, e per certi aspetti anche superiore, a quella del telecomando TV, finora, purtroppo, non ha ricevuto l’attenzione che merita. Faccio appello pertanto alla sua lungimiranza e al suo fiuto di uomo di spettacolo nella speranza che siano proprio "I Cervelloni" a fare eccezione alla regola e a far quanto meno conoscere (e capire) la mia invenzione.

L’apparecchio serve per sfruttare (ancora di più) le potenzialità della televisione e funziona in simbiosi con particolari programmi del tipo illustrato nel mio opuscolo “Count-down”. Ora, essendo io un tecnico e non un autore televisivo, è comprensibile - e spero scusabile - che questo talk show interattivo - che ho dovuto “imbastire” sulle specifiche tecniche del Bitnick - tradisca una certa improvvisazione ed abbia bisogno di ritocchi.

Tutto ciò però esula dall’utilizzazione nel suo programma, nel quale, come ho accennato a Filippo Romualdi, una semplice e breve simulazione in studio potrebbe raggiungere il triplice risultato di spettacolarizzare il programma, far capire bene a cosa serve il Bitnick e suscitare interesse nei possibili acquirenti del brevetto (RAI, Mediaset, TMC... o, perché no, Porcelli, Bonolis, Baudo, .... ).

Più realisticamente occorrerebbe, o per lo meno mi accontenterei, che il Bitnick avesse come padrino43 (vero) un Porcelli o un Guardì...

 

                                                                      Cordiali saluti.

                                                                                         Andrea Gaeta

 

 


43 Nel programma I Cervelloni ogni invenzione veniva “padrinata”, ma solo a titolo spettacolare, da un personaggio dello spettacolo.