Appendice

 

 

Se il telecomando si può considerare un accessorio, una periferica, un “satellite” del televisore, il Bitnick deve invece essere pensato come un accessorio, una periferica, un “satellite” del programma televisivo. La sua è una “gravitazione psicologica” intorno ai contenuti della trasmissione, i soli che possono caricare di significato i nudi tempuscoli scanditi dall’apparecchio.

Per questo motivo il Bitnick non è autosufficiente e sarebbe del tutto inutile senza la coniugazione o la simbiosi con il suo software, cioè il programma Count-down. In conseguenza la produzione e la commercializzazione dell’apparecchio non può  prescindere da una società, o una joint-venture, tra un’industria elettronica ed un network televisivo, nonché, possibilmente, uno sponsor.

La produzione del talk show Count-down non richiede alcun impianto particolare e, analogamente, non occorre nessun accessorio o intervento sui televisori.

Gli istogrammi delle risposte (v. § 1) possono essere proiezioni reali, exit poll, sui dati dei Bitnick del pubblico dello studio televisivo.

L’intervallo tra il primo e il secondo count-down non deve essere inferiore a tre minuti, tempo necessario per i commenti degli ospiti, per elaborare i milioni di dati ricevuti, per far ricaricare i Bitnick e, infine e soprattutto, per prevenire eventuali tentativi di vincite truffaldine.

La durata e la validità dei Bitnick omologati sono funzioni soltanto dall’autonomia delle batterie usate (anche alcuni anni).

Il format, il patent e i nomi del sistema sono coperti dal copyright internazionale.

 

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Un trovato scientifico, come un lavoro artistico, ha in se stesso i caratteri che lo debbono far apprezzare: e la sua importanza, la sua bellezza, il suo diritto alla nostra considerazione sono indipendenti dall’utilità pratica che quel trovato o quell’opera possono avere. Quando, contemplando un prodotto della scienza od un’opera d’arte, noi sentiamo in noi quella soddisfazione che ci fa dire: bello, quel prodotto o quell’opera sono utili in sé. 

                                                                           Galileo Ferraris  (1878)