RE
62 – L’“alaggio” dell’Annunziata (19.12.2012 – da facebook)
1) Caro Andrea, mi
sono soffermato a leggere attentamente sul tuo sito www.bitnick.it i tuoi studi effettuati su Termini e via via che
leggevo, ritornavo con i ricordi indietro nel periodo della mia infanzia e
adolescenza. IL MARE DI TERMINI da te descritto, così come pure fa il Solito, conferma i miei ricordi. Come
sai, sono uno dei termitani nati in via Annunziata e, da sempre, i nostri
vecchi ci raccontavano che nei tempi antichi il mare arrivava fino a
quell’altezza. A riprova di quanto ci dicevano, alla fine della salitina di via
Annunziata lato Termini Alta, vi era un grosso anello di ferro del tipo
oscillante (come i battenti delle porte),
del diametro di circa 25 cm. Considerate
le dimensioni di certo era utilizzato per scopi marittimi. Fino al 1958/60
questo anello era ancorato al muro (vedi
foto e mappa), ma circa cinque anni fa, scendendo verso Termini Bassa per
una visita alla Chiesa dell’Annunziata, mi sono accorto che l’anello non c’era
più.
Sarebbe bello se qualche altro nostro concittadino riuscisse a
portare ulteriori notizie su questo argomento ed eventualmente sul
posizionamento di altri anelli, posti anche più in basso per esempio in largo Impallaria, perché se è pur vero che i miei vecchi ed
alcuni pescatori dicevano che il mare, nei tempi antichi arrivava pure a
quell’altezza, ho sempre nutrito qualche dubbio. Quali tempi antichi? La storia
dell’anello ancorato al muro è legata al muro stesso e quindi databile.
Potrebbe essere che questo anello, come altri posti a livelli diversi venissero
usati come punti di
forza per alare (tirare) le barche a
terra per calafatarle o ricoverarle quando il mare ingrossava? Potresti
cortesemente dirmi qualcosa? Ti ringrazio tanto, ma la colpa di tutto ciò è
tua, perché hai smosso in me ricordi che risalgono a circa sessant’anni
addietro. Un abbraccio e complimenti vivissimi per la preziosità degli
argomenti trattati e contenuti nel tuo sito.
2) Caro Beppe Giallombardo,
il nostro incontro telematico, risalente a dieci giorni fa, si sta rivelando
sempre più fruttuoso. I ricordi di gioventù, anzi di infanzia, che ti ho
suscitato sono preziosi e lo sono anche per i tutti i termitani, a cominciare
dai due ultimi sindaci, gli amici Giunta
e Burrafato, e a finire col giovane
amico Antonino Surdi Chiappone (spero che su
ciò possa nascere un dibattito approfondito e “allargato”).
In soldoni voglio dire che nessuno (tu compreso, fino a oggi) aveva capito il fotomontaggio di Termini
a picco sul mare (vedi RE 54) che
pensavo fosse chiarissimo: i termitani l’hanno interpretato non tanto come un
divertissement diciamo “da facebook”,
il che è già grave, ma lo hanno capito, non so come e per quale diabolico
meccanismo inconscio, esattamente al contrario, il che è ancora più grave. Leggendo
frettolosamente le schede PO 18 (Termini
romana?), PO 21 (Il segreto di
Termini) e PO 23 (Il mare di Termini)
hanno probabilmente capito che gli anelli che secondo Giunta (e tutti i moderni
dotti termitani) servivano semplicemente a legare gli asini, secondo Gaeta (e secondo Solito) servivano invece a legare le barche quando il
mare arrivava ai “rucchiceddi”. No,
per il sottoscritto, come per il Solito,
il mare è sempre stato dov’è adesso, solo che il quartiere dei rucchiceddi non
esisteva e le chiese di S. Ursula e dell’Annunziata erano quasi a picco sul
mare: questo e solo questo vuole rappresentare il mio fotomontaggio!!!
Degli anelli citati dal Solito
probabilmente è rimasto solo quello di cui, carissimo Beppe, abbiamo il tuo preziosissimo ricordo e l’ancora più preziosa
tua
interpretazione, sicuramente dettata dalla tua esperienza marinaresca: questo
anello serviva per “alare”, cioè come
punto di forza per tirare a secco le barche ormeggiate 30 metri più in basso e ad una distanza, in linea d’aria, di una
cinquantina di metri.
3) caro Beppe, tu dici
che anche Cicerone, nelle Verrine,
descrive il mare di Termini allo stesso modo, potrebbe quindi anche trattarsi
degli anni 71 a.c. Cicerone sarebbe un testimone formidabile! Ci vorrebbero però
filologi in gamba e imparziali per sviscerare il passo delle Verrine a cui tu
fai riferimento. Per la data siamo nel campo delle ipotesi, comunque in ambito
storico, non preistorico. La mia ipotesi, puramente orientativa, è che il
cataclisma o il bradisismo che ha vomitato una enorme massa di terra ai nostri
"rucchiceddi" sia avvenuto nell'anno 1000 d. C. Quindi all'epoca di Cicerone
il mare di Termini è come lo abbiamo entrambi supposto (vedi schizzo). Ciao e buon Natale.