PO 23 – Il mare di Termini (24.12.2010)

Descrizione: C:\Dati vari\ATOMI\Atomo 28 - Città sbancata\immagini 28\porto.jpg

Le due ultime schede su Termini (PO 18 e PO 21), stranamente, hanno ottenuto qualche riscontro. Alla prima l’amico Enzo Giunta, storico scrupoloso ed ex sindaco della città, ha ribadito che se il mare avesse lambito la torre dei Saccari (circa a quota 25 m s.l.m., foto a destra) le terme (circa a quota 8 m s.l.m.) sarebbero state sommerse. Alla seconda l’amico Antonio Contino, geologo e coautore del già citato saggio sul rione Rocchecelle, ha ribattuto che “per risolvere definitivamente il problema occorrerebbero dati geologici diretti per avere un quadro geognostico più completo, soprattutto nell'area del Largo Impallaria (ai piedi della torre dei Saccari), che è la zona chiave”.

La torre dei Saccari, considerato che queste note sono dirette prevalentemente ai termitani, è meglio chiamarla, come autorizza l’etimo arabo, “torre dei rucchiceddi” e anche senza averla mai vista di persona (come nel caso di chi scrive) chiunque, solo guardando la foto di destra (tratta da O. Belvedere, Osservazioni sulla topografia storica di Thermae Himerenses, Kokalos, XXVII, 1982), non può che concordare col dotto geologo termitano. Mi preme però sottolineare, anzi “rivendicare”, che la prospezione geologica di cui sopra acquista tutta la sua rilevanza e la ragion d’essere con la soluzione, avanzata da Gaeta, del vero problema chiave, quello delle quote (vedi PO 18 e PO 21).

Anche Contino infatti – come Belvedere, Mirabella e tutti i dotti che si sono occupati di topografia imerese – fino ad oggi, incagliato nello scoglio delle quote (per capirci: salvare dalle acque capre e cavoli, cioè S. Orsola e le terme), ha bollato le affermazioni del Solito come “gustose ed ingenue leggende termitane” (op. cit., p. 14). E c’è il concretissimo rischio, considerati i precedenti della “mappa di Berlino” (vedi CA 16) e dei castelletti (vedi AG 29), che anche questo contributo di Gaeta, per la sua ovvietà (ma a posteriori!), venga dato per scontato, oscurato e bypassato.

Anche all’amico sindaco, mio malgrado, devo fare un appunto: quello di non aver notato la stretta analogia tra il “molo del torracchio” da me suggerito e disegnato in PO 18 e il “molo di La Barbera” affrescato nella Sala Consiliare di Termini (immagine a sinistra), a lui sicuramente ben noto, se non altro per averlo avuto muto testimone di chissà quante battaglie politiche!

Da questo dipinto si vede anche, cosa ormai spero assodata, che un tempo le terme di Imera (l’edificio circolare al centro) erano in riva al mare. Quando la terra si è alzata di un paio di metri (Palmeri) le aree sia a destra che a sinistra delle terme si inzaccherarono e diventarono paludose e malsane. Una volta colmate e bonificate divennero, a destra, il giardino o la “selva dei Solito” e, a sinistra, la “selva dei bagni o dei Cioffo”. Fu quest’ultima area che divenne l’odierno quartiere delle Rocchecelle, dopo essere stata lottizzata ed edificata nel XVI secolo, come apprendiamo da Contino e Mantia (op. cit.).

Chiudo con due riferimenti all’attualità: l’augurio ai termitani (soprattutto alle nuove leve) non solo di un buon Natale ma di una maggiore attenzione alle loro radici; e il compiacimento per l’approvazione di ieri della Riforma della nostra Università, nella speranza che vengano combattute le baronie, sia dato una buona volta e realmente “onore al merito” e che non si continuino, in nome di una snaturata “libertà di docenza”, a vergognosamente ignorare autentiche glorie nazionali come Mario Lucidi o Giambattista Beccaria.

 

     indietro indice avanti