85 – Dello smorzamento

 

Lo stenografo Lauro Cordara, in un breve e dimenticato articolo, confessava che dopo aver rincorso “tutte le farfalle le cui ali occhieggianti lo allettavano coi loro pomposi nomi di principi e di leggi fisicomatematiche nei vari loro campi della meccanica razionale, della cinematica, ecc.” si convinse che il tracciamento o la “scorrevolezza” (più che la velocità) del segno stenografico non è assoluta, ma dipende dai segni che lo precedono e da quelli che lo seguono. La meccanica fisiologica della scrittura, in altri termini, è analoga a quella del ciclista che in una salita dura meno fatica e impiega meno tempo “lasciandosi prima andar giù da una discesa che non affrontando la rampa a piè fermo e dal fondo”.

Una “scoperta” analoga credo di averla fatta anch’io a proposito della scrittura telegrafica, indirettamente aiutato da recenti osservazioni di amici radiotelegrafisti sulla manipolazione dei vari tipi di “chiavi” o tasti telegrafici (verticale, bug, paddle, sideswiper, ecc.) e, soprattutto, sul sistema di molle (a lama, elicoidali, doppie, ecc.) e smorzatori o ammortizzatori (damper, Dämpfer) in essi implementati.

Da fisico ed elettrotecnico ho sempre fideisticamente accettato analogie elettromeccaniche come quelle chiaramente esemplificate nel disegno in intestazione (da Pohl, 1928), ritenendo che lo smorzamento delle oscillazioni dipendesse da fattori diciamo estrinseci al sistema, gli attriti e le resistenze ohmiche. Oggi invece ho il dubbio, se non la certezza, che le oscillazioni rettilinee delle due molle (sistema duale o non polarizzato) si estinguono o smorzano (peraltro rapidissimanente) – cioè non sono né persistenti, né naturali – perché le molle sono contrapposte ed energeticamente “in contrasto”, e non per attriti e simili.

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