ME 27 – Il mio oro (18.2.2007)

Caro Federico (Di Trocchio),

ti ringrazio della garbatissima lettera di avantieri. Forse potrebbe essere addirittura pubblicabile, ma mi limito a poche, telegrafiche osservazioni.

La tua diagnosi è esatta solo parzialmente: nessun ricercatore subissa quotidianamente i colleghi con appunti dei propri lavori in corso e quindi le mie Newsanomale” tradiscono, come minimo, delle frustrazioni, e, come massimo, manie di persecuzioni, complotti o congiure. Senza dubbio è così che mi vede chi non mi conosce, tanto più che Gaeta è “quello del Bitnick” (vedi ME 21).

Tu dovresti sapere che la realtà è ben diversa: io più che un “ricercatore” sono un “trovatore”, un “inventore” che, con decenni di sudore, ha “invenito”, ha “trovato” qualcosa di nuovo, che vale la pena far conoscere e condividere con la comunità scientifica. Ad esempio quello che è scritto al termine dell’ultima News, o della ME 19, è oro autentico, che però, per il diabolico meccanismo psichico o circolo vizioso accennato, viene percepito come patacca o naufraga nel mare di internet.

Tu poi, come pure l’amico Cimino, mi chiedete saggi ponderosi. Se avessi tempo, salute e, soprattutto, motivazione non avrei nessuna difficoltà a scriverli, attingendo dalla miniera di faldoni contemporaneamente cartacei e digitali (oltre 300, vedi immagine) che tu conosci, ma a che pro, visto che, per esempio, i miei lavori su Buccola, pur pubblicati sul prestigiosissimo Teorie e Modelli (T&M), continuano ad essere ignorati e a rimanere lettera morta?

                                        Cordialmente.

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