MA 16 – I due magnetismi (17.5.2007)

Negli innumerevoli tipi di elettromagneti è opportuno sottolineare la differenza – capitale, ma forse trascurata – tra magnetismo di attrazione e magnetismo di tenuta.

Nel primo, quello più comune, il nucleo attira qualcosa, tipicamente l’ancora o armatura, e quindi si compie un “lavoro”, energeticamente equivalente a quello della corrente elettrica di eccitazione. Un esempio può essere un relè, una elettroserratura o una elettrovalvola (immagine a sinistra).

Nel secondo l’armatura viene portata con mezzi estranei a contatto del nucleo e il compito di questo è unicamente quello della “tenuta”. Quindi non si compie lavoro e non c’è dispendio energetico, tanto che lo stesso compito potrebbe essere svolto anche da una semplice calamita. Un esempio è dato dai magneti per tenere bloccate le porte (foto al centro).

Per chiarire ancora meglio la differenza tra questi due magnetismi (diciamo “dinamici” e “statici”) riporto l’esempio del sounder a biresistenza, costruito nel 1886 dalla Greely & Co di New York. Purtroppo non dispongo di particolari, né tanto meno di foto, ma credo che lo schema teorico che ho immaginato (a destra) sia abbastanza eloquente.

Per un’energica attrazione dell’armatura e per suoni ben definiti l’avvolgimento di questo apparato doveva avere una resistenza molto bassa (3 ohm). Ma a regime questo comportava un inutile (anzi dannoso, per il surriscaldamento) dispendio energetico e quindi si “buttava” in linea una resistenza supplementare e ben maggiore (100 ohm, che a riposo erano shuntati o bypassati da un interruttore automatico).

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