89 – Gli imbuti di Edison

 

Diodoro Siculo ci assicura che al Re della Persia le notizie arrivavano col “passaparola” tra sentinelle a ciò addette; Alessandro Magno parlava a tutta la sua armata con un tubo “stentorofonico”; il cavalier De Morland, nel 1670, mostrava al Re d’Inghilterra una tromba parlante udibile a più di un miglio; il gesuita Kircher chiamava a raccolta i valligiani della Mentorella servendosi di grandi paraboloidi di gesso; ecc.

Queste notizie si leggono nei trattati di storia della telegrafia nei capitoli che riguardano i segnali acustici che hanno preceduto tutti gli altri sistemi di telegrafia, e cioè i tubi portavoce (speaking tubes), i megafoni (speaking trumpets), i cornetti acustici e in generale i cosiddetti “telegrafi acustici o vocali” un tempo molto usati nei grandi stabilimenti, nelle portinerie dei palazzi, negli alberghi, nelle navi, ecc.

Un originalissimo sistema di “telefonia ad aria” è il megafono di Edison qui raffigurato (da Scientific American, 24 agosto 1878). Ad ognuna delle due stazioni o postazioni – distanti anche un paio di chilometri! – c’è un treppiede su cui sono fissati tre grossi imbuti di cartoncino bristol: il centrale funge da megafono e i due laterali da cornetti acustici. La disposizione e l’elementare funzionamento si possono evincere anche dal seguente schema:

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